Ambrogino d’oro a Cappato, la grande bugia
IL COMMENTO Al tesoriere dell’associazione Luca Coscioni la massima onorificenza del comune di Milano. Ma non esiste alcuna lotta per i diritti civili se la dignità della vita umana viene violata
«Dentro e fuori dalle istituzioni non smette di lottare per l’affermazione delle libertà civili e dei diritti umani. Con il suo esempio e le sue battaglie dà voce a chi non ne ha, diventando ispirazione per molti e stimolando il coinvolgimento di chi, soprattutto tra i più giovani, ha perso interesse per la cosa pubblica». Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, già deputato europeo con la Lista Emma Bonino, ha ricevuto poche ore fa l’Ambrogino d’oro, la massima onorificenza conferita dal comune di Milano. E tutto passa così. Con gli applausi (prevedibili) dell’intellighenzia che conta e con la compiacente adesione di un’opinione pubblica che ormai reagisce per stimolazione indotta. Dicono che combatte per diritti umani, quindi il premio se lo è meritato. E invece no.
Se le parole hanno ancora un senso, non si può battere le mani per l’Ambrogino d’oro consegnato a Marco Cappato in nome della sua lotta per i diritti umani.