Andy Rocchelli, la storia
SPECIALE Online il dossier di Ossigeno per l’informazione dedicato al fotoreporter ucciso nel Donbass il 24 maggio del 2014: il suo ultimo giorno di lavoro e la cronaca dei processi. Cercava la verità
Durante il processo di primo grado per l’uccisione di Andrea (Andy) Rocchelli, Ossigeno per l’informazione, osservatorio giornalisti minacciati e notizie oscurate con la violenza, ha realizzato un dossier dedicato alla storia del giovane fotoreporter. Nel maggio del 2014 Andy si trovava in Ucraina come freelance; voleva osservare, comprendere e raccontare le ragioni di un conflitto che stava lacerando famiglie e spezzando amicizie. Le sue foto ai civili, schiacciati nella guerra, stavano facendo il giro del mondo sulle pagine di diverse testate internazionali. Il 24 maggio si era recato a bordo di un taxi nei pressi di Sloviansk insieme a due suoi colleghi e amici: il fotoreporter francese William Roguelon e l’attivista e giornalista russo Andrej Mironov. Rocchelli, Mironov, Roguelon erano scesi dal loro taxi e si trovavano ai piedi della collina Karachun quando sono stati raggiunti da colpi di mortaio che hanno causato gravi ferite a ognuno di loro. Andrea Rocchelli e Andrej Mironov sono morti. Soltanto William Roguelon è sopravvissuto.
In base ad accertamenti giudiziari, la magistratura italiana ha accusato un cittadino italo-ucraino, Vitaly Markiv, di aver causato la morte di Andrea Rocchelli, agendo in concorso con altri. Nel 2014, quando era appena divampata nel Donbass la crisi che avrebbe fatto tremare i confini orientali dell’Europa, Vitaly Markiv aveva 25 anni. Aveva lasciato l’Italia, si era trasferito in Ucraina e si era arruolato come volontario nella Guardia Nazionale Ucraina, partecipando alle operazioni militari contro gli indipendentisti.
Le tappe giudiziarie: il processo è stato celebrato dal 6 luglio 2018 al 12 luglio 2019 a Pavia in Corte d'assise, poi dal 29 settembre 2020 al 3 novembre 2020 alla Corte d'assise d'Appello di Milano e si è concluso il 9 dicembre 2021 presso la Corte di Cassazione. Si legge nel dossier: «Su sollecitazione del Responsabile per la libertà dei media dell’OSCE, Harlem Desir, Ossigeno per l’informazione ha dedicato una speciale attenzione a questo processo penale, fin dall’inizio. Ossigeno ha impiegato le proprie risorse, che provengono esclusivamente da donazioni volontarie, per produrre e pubblicare le cronache raccolte in questo dossier. Ha deciso di farlo dopo aver verificato che nessun media avrebbe fornito una copertura giornalistica puntuale, esauriente e continuativa sullo svolgimento delle udienze, come in effetti è avvenuto, con l’eccezione positiva di Radio Radicale.
Ossigeno ha perciò affidato al giornalista Giacomo Bertoni l’incarico di seguire tutte le udienze del processo di primo grado e di scrivere dei resoconti completi, con l’intento di fornire in modo esauriente a ogni osservatore le informazioni disponibili sulle ragioni della pubblica accusa, dei difensori degli imputati, dei familiari e degli amici di Andrea Rocchelli e sulle decisioni dei giudici». L’incarico è stato confermato anche per il secondo grado.
Il dossier dunque consente di ripercorrere ogni passo della ricerca giudiziaria, ma anche di allargare lo sguardo verso un conflitto che perdura inesorabilmente da otto anni nel Donbass, un conflitto che è stato scenografia silenziosa e costante di tutte le udienze. Pubblicato il 2 novembre 2020, in occasione della Giornata internazionale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti (IDEI), il dossier è stato aggiornato durante le varie fasi del processo e da ultimo a marzo 2022, quando la morte del fotoreporter di Pavia è tornata drammaticamente attuale a causa del riesplodere del conflitto nella stessa area del Donbass e in tutta l'Ucraina.
Non si può comprendere la guerra del 2022 se non si comprende il conflitto del 2014. Il 7 marzo 2022 i genitori di Andy Rocchelli hanno rilasciato una dichiarazione all’Adnkronos con la quale hanno ribadito che la ricerca della verità non è ancora finita: «Quanto all’uccisione di Andrea, di Andrej Mironov e al ferimento di William Roguelon, vittime inermi di un attacco deliberato delle forze armate ucraine, così come sancito in tre gradi di giudizio dalla magistratura italiana, noi siamo determinati a impedire che le responsabilità ucraine restino impunite».
Al centro di questo dossier c’è la storia di un giovane fotoreporter freelance, abituato a cercare le notizie proprio là dove queste accadevano. Il suo lavoro invita l’opinione pubblica a pretendere un’informazione indipendente, libera dalle pressioni politiche e di altri poteri, capace di raccontare la realtà distinguendo cronaca e critica, portando il lettore, e dunque il cittadino, dentro i fatti. (Riproduzione riservata)
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