Andy Rocchelli, perché non possiamo tacere
Undici anni dopo l'uccisione nel Donbass del fotoreporter rimangono la distruzione della guerra e la ricerca di verità e giustizia. Giovedì 22 maggio 2025 appuntamento a Pavia per rompere il silenzio
Sono passati undici anni dall'uccisione di Andy Rocchelli: cos'è successo in questo tempo? Morte e distruzione, potrebbe essere la prima risposta. I colpi di mortaio che il 24 maggio 2014 hanno rotto per sempre la macchina fotografica di Andy hanno poi continuato a cadere indisturbati. Nel 2022 il conflitto raccontato da Andy è degenerato, si è trasformato in una guerra che anche in queste ore continua a provocare morti, feriti, sfollati. Anche adesso, mentre questo articolo prende forma, le sirene suonano in Ucraina e migliaia di civili sono costretti a cercare riparo nei rifugi, proprio come avviene in una delle immagini più note di Andy, che immortala una famiglia nascosta in cantina, tra le provviste. Era il maggio 2014. Ma questi undici anni sono stati segnati anche da una difficile, dolorosa e scomoda ricerca di verità e giustizia.
Il processo, celebratosi tra Pavia e Milano, ha accertato che Andy Rocchelli e Andrei Mironov (interprete e attivista dei diritti umani) sono stati uccisi dall'esercito ucraino. Qualcuno ha segnalato la loro presenza come bersagli da eliminare, qualcuno ha ordinato di mirare, qualcuno ha ordinato di fare fuoco, qualcuno ha sparato per oltre quaranta minuti, prima sul taxi che aveva accompagnato i giornalisti, poi sul fossato nel quale avevano cercato riparo. Quaranta minuti di fuoco pur di fermare uomini armati di fotocamere, pur di tacitare le grida: «Press! Press!». Solo William Roguelon, collega francese di Andy, uscirà vivo, pur gravemente ferito, da quel fossato. Questi undici anni sono stati segnati anche da un silenzio crescente. Nel 2018, all'apertura del processo di primo grado a Pavia, la stampa italiana ha iniziato a seguire la vicenda facendo emergere anche la presenza di forze neonaziste nella guardia civile ucraina che supportava l'esercito regolare ucraino. Con il passare del tempo però i riflettori dei media hanno diminuito l'intensità della luce, fino al 2022, quando ogni attenzione si è spenta.
Non c'è posto, nella linea editoriale unica “aggressore-aggredito”, per l'uccisione di Andy Rocchelli. Non c'è posto perché i colpi di mortaio che hanno ucciso Andy e Andrei scardinano gli slogan e le ipersemplificazioni tipiche della propaganda. In tempo di guerra la prima vittima è la verità, sostituita dalle narrazioni dei contendenti. Troppo forti le pressioni del potere, non solo politico, perché un taccuino e una macchina fotografica possano diffondere notizie.
E allora perché ritrovarsi giovedì 22 maggio 2025, alle ore 18, nell'aula magna del Collegio Cairoli di Pavia? Perché, come ha ricordato Costantino Leanti, organizzatore del ciclo d'incontri aperto a scuole e cittadinanza, non possiamo tacere. Di fronte a un mondo sempre più segnato dai conflitti, l'opinione pubblica ha il dovere di alzarsi in piedi e fare domande, rigettando le risposte preconfezionate. Oggi è possibile avere accesso a un flusso inedito di dati, ma come discernere fra notizie, informazioni, comunicazioni, propagande e bufale? Dall'Ucraina, come da Gaza, giungono storie di ospedali bombardati e scuole distrutte, perché non c'è reazione? Ci si può assuefare al male? Perché l'uccisione di chi è in zone di guerra per cercare notizie non fa notizia?
Di tutto questo e molto altro si parlerà giovedì 22 maggio a Pavia, alla conferenza “La libertà di stampa sotto attacco. Ricordando Andy Rocchelli”. Interverranno: Francesco Carante, socio fondatore delle Volpi Scapigliate, l'associazione voluta dagli amici di Andy, (in collegamento) Mario Calabresi, giornalista e scrittore, già direttore de La Stampa e di Repubblica, Anna Dichiarante, firma de L'Espresso, e Gabriele Micalizzi, socio fondatore (assieme a Andy) del collettivo fotografico Cesura. A moderare il dibattito Giacomo Bertoni, giornalista indipendente, già inviato di Ossigeno per l'informazione al processo per l'uccisione di Andy Rocchelli. Ingresso libero. (Riproduzione riservata)
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