Archie, l'ultima speranza
FLASH Presentata istanza alla CEDU, fermato lo spegnimento del ventilatore che aiuta il dodicenne a respirare
Questa mattina, poco prima delle ore 9, i genitori di Archie Battersbee sono riusciti a presentare un’istanza alla Corte europea per i diritti dell’uomo, per chiedere che al loro figlio non sia staccato il ventilatore che lo aiuta a respirare. Lo rende noto il team di avvocati che sta offrendo assistenza alla famiglia Battersbee. Archie, dodici anni, è stato trovato privo di sensi nella sua abitazione il 7 aprile scorso, forse a seguito di una sfida estrema vista su TikTok e imitata. Ricoverato al Royal London Hospital, secondo i medici il giovane sarebbe morto, pertanto il suo “best interest” sarebbe quello di essere privato del ventilatore che gli consente di respirare. I genitori di Archie, Paul Battersbee e Hollie Dance, si sono appellati contro questa decisione in ogni grado di giudizio, ma hanno sempre perso: anche secondo i giudici inglesi il “best interest” di Archie è essere privato del ventilatore.
Il Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità aveva chiesto all’ospedale di fermarsi, ma l’appello non è stato ascoltato. Così come non ha portato frutto l’intervento presso l’Alta Corte inglese di Steve Barclay, Segretario di Stato per la sanità. L’ultima speranza è dunque l’intervento della Corte europea per i diritti dell’uomo (CEDU), interpellata drammaticamente questa mattina pochi minuti prima delle ore 9, ovvero allo scadere del tempo concesso alla famiglia per l’ultimo, disperato tentativo. I genitori di Archie hanno chiesto all’ospedale di poter trasferire il loro figlio in un hospice, dove potrebbero prendersi cura di lui con calma, fino alla morte naturale, ma l’ospedale si è rifiutato, affermando che il ragazzo potrebbe morire durante il trasferimento. Anche le offerte di cura presentate da medici di altri Paesi sono state rifiutate dai loro colleghi inglesi. (Riproduzione riservata)