Autunno/inverno: ecco cosa aspettarsi
I giornali mettono le mani avanti e lanciano l’allarme nuova ondata covid, l’allarme tradizionale ondata d’influenza, l’allarme clima impazzito (che potenzia i virus). Che cosa rimane per questi mesi?
«Influenza 2023, i sintomi e cosa aspettarsi dalla stagione invernale», la Gazzetta dello Sport, 12 ottobre 2023. «Covid, l'Oms: tendenze preoccupanti per l'inverno nell'emisfero Nord», Sky TG24, 7 settembre 2023. «Covid: dobbiamo temere una nuova ondata in inverno?», Euronews, 11 settembre 2023. «Influenza 2023-2024, ecco come sarà», Adnkronos, 28 settembre 2023. «Influenza: primo caso su un bambino di 4 mesi, quali sono i sintomi», il Resto del Carlino, 27 settembre 2023. Diverse testate si interrogano su come sarà l’inverno 2023/2024, la newsletter Notturno non vuole essere da meno: cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Le castagne fumanti vendute sulle Apecar vintage, i lumini bianchi accesi nella notte del 31 ottobre per i santi (#unalucenellanottedihalloween) e i lumini rossi accesi nella notte tra il 1° e il 2 ottobre per i defunti, il silenzio dei cimiteri e delle visite che riempiono il cuore di ricordi, le foglie che cambiano colore e poi cadono trasformando i marciapiedi in mosaici bellissimi e scivolosissimi, la cioccolata calda gustata davanti alla finestra mentre fuori piove, le ricerche per le decorazioni perfette di Natale (la gara al giardino meglio addobbato non è un’esclusiva dell’America), le maratone de “Il Signore degli Anelli” e di “Harry Potter” in televisione, i finestrini dell’auto ghiacciati al mattino proprio quando si rischia di arrivare tardi al lavoro, quel dolce in più che ci si concede perché «con il freddo si bruciano più calorie», le mani che con i guanti non riescono ad afferrare gli oggetti ma senza guanti è anche peggio, i capelli che a casa sono alla Johnny Depp ma dopo mezz’ora di cuffia sono alla Edward mani di forbice, l’allenamento che rallenta perché «tanto con i vestiti pesanti il fisico si nota meno», le candele accese che trasformano il soggiorno rendendolo incantato, (a Pavia) la città in festa per San Siro con il pontificale in duomo, i panini benedetti e i sansirini, la Messa di mezzanotte e l’attesa di Gesù Bambino o Babbo Natale (dipende dalle famiglie), il vin brulé (o la tisana bollente) come ricompensa dopo le visite ai presepi allestiti all’aperto, i viali irriconoscibili per le luminarie, i sorrisi delle persone che, nonostante tutto, diventano più buone.
Ma quanto potrebbe continuare ancora l’elenco? Per altre tre o quattro pagine, come minimo. Anche perché ogni lettore ha i propri ricordi, le proprie sensazioni e i propri profumi dell’inverno. Quelle cose che, non appena si palesano, fanno dire: «È arrivato l’inverno». Cosa dire, per esempio, delle canzoni? Non c’è solo Mariah Carey con la sua “All I want for Christmas is you”, ognuno ha la propria raccolta di brani per Natale. Canzoni leggere che fanno pensare alla festa, canzoni profonde che ricordano il senso vero del Natale, canzoni malinconiche che spiegano perché nella grande tavolata quel posto ora è vuoto. In fondo alla lista, giù giù in quarta pagina, se rimane spazio, si può aggiungere anche: mal di gola, naso chiuso, tosse, febbre. Se proprio non si può farne a meno. (Riproduzione riservata)
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