Blocco Euro 5? “Accanimento ideologico”
Bonora contro la normativa europea: «Punizione ingiustificata per automobilisti e automotive. Pesa l'influenza della lobby ambientalista». I dati smentiscono gli slogan sulle auto elettriche
«Anni fa gli automobilisti venivano invitati a comprare i veicoli Euro 5 perché virtuosi e meno inquinanti. Nei diesel Euro 5 l'emissione di particolato è stata quasi annullata (da 0,025 grammi a 0,005 grammi per chilometro), eppure c'è un accanimento continuo e il diesel è diventato il male dei mali. Il blocco dei diesel Euro 5 è una norma ingiusta, un accanimento ideologico». Non usa mezzi termini Pierluigi Bonora, giornalista, già caporedattore del Giornale, fondatore del Movimento di opinione #FORUMAutoMotive, ospite di Sussidiario TV il 12 giugno 2025. «L'accanimento contro l'automotive è una demagogia che sta facendo molto male a un settore importante, credo che Salvini riuscirà a imporre la sua linea bloccando questa norma in attesa che venga rivisto tutto questo attacco al mondo automotive che vede la Commissione europea protagonista». Attualmente il sentiero dell'Unione europea sembra portare all'esclusione di ogni tipo di motore termico entro il 2035: «C'è una fortissima lobby ambientalista in Europa – ricorda Pierluigi Bonora –. Guarda caso anche se alle elezioni europee recenti la popolazione ha votato una certa linea, una nuova linea, ci troviamo ancora a governare la stessa Ursula von der Leyen che ha governato la precedente Commissione e ha fatto disastri. Insieme a lei alcuni rappresentanti dei Verdi che ora vorrebbero imporre una super tassa entro il 2027 ai possessori di auto a motore termico. Intanto però è stato previsto un investimento da 800 miliardi di euro in armamenti, perché carri armati e missili non inquinano. O si corre presto ai ripari o veramente ci aspetta un futuro drammatico dal punto di vista industriale e occupazionale».
In questo contesto politico, fortemente influenzato dalla lobby ambientalista, come ha segnalato Bonora, il mercato dell'auto muta radicalmente. Intanto si registra una forte flessione nella vendita di auto ibride ed elettriche: gli eco-incentivi e la martellante campagna pubblicitaria sembrano non bastare più. Dopo l'ubriacatura iniziale, forse anche perché i consumatori hanno toccato con mano i limiti delle auto elettriche, si iniziano ad avvertire i sintomi spiacevoli che seguono l'euforia indotta. Ancora Bonora, il 17 giugno scorso, sul Giornale scriveva: «Italiani sempre più propensi ad acquistare una vettura di seconda mano rispetto a una nuova appena arrivata in concessionaria. Lo scorso anno tale segmento di mercato è raddoppiato se confrontato con quello del nuovo (3,1 contro 1,5 milioni di unità). Le ragioni di questo successo? Prezzi più accessibili, rispetto al nuovo, e la possibilità di acquistare una vettura più grande a costi sicuramente vantaggiosi». La paura di un possibile blocco degli Euro 5 ha portato molte persone a cedere a prezzi irrisori auto ancora in ottime condizioni, pertanto nei concessionari è possibile trovare auto diesel a prezzi estremamente allettanti. Gian Primo Quagliano, Centro studi Promotor, commenta: «In questo quadro, sembra proprio che il primo problema da risolvere sia come salvare l'auto europea dall'Unione europea e dalle sue politiche ispirate non all’ambientalismo razionale, ma all’ambientalismo ideologico».
Se è vero che le auto elettriche emettono meno sostante inquinanti mentre viaggiano, è anche vero che il processo di produzione delle auto ibride ed elettriche è fortemente impattante, forse addirittura più di quello di produzione dei motori termici. Il sito autoappassionati.it mette in fila alcuni dati: «Da cosa è composta la batteria di un’auto elettrica? Principalmente da litio, cobalto, nichel e manganese. Tutti materiali che per essere estratti richiedono processi intensivi e spesso inquinanti. L’estrazione del litio per esempio consuma tantissima acqua. Infatti può causare desertificazione nelle zone coinvolte. Basti pensare che servono 500.000 litri d’acqua per estrarre una tonnellata di litio. Se consideriamo che per una batteria di un’auto elettrica da 75 kWh ci vogliono circa 22,5 kg di litio, significa che ogni 44/45 batterie prodotte si consumano 500.000 litri d’acqua. Secondo un’analisi condotta dall’Environmental Protection Agency (EPA), la produzione di una batteria agli ioni di litio da 75 kWh, utilizzata in molti veicoli elettrici, genera circa 7.5 tonnellate di CO2 equivalenti. Questo valore può variare ma vale come indicazione. Un altro studio, pubblicato su Nature Climate Change, ha stimato che l‘estrazione e la lavorazione del litio e del cobalto contribuiscono significativamente alle emissioni totali, con un impatto che può superare i 350 kg di CO2 ogni kWh di batteria». L'auto elettrica dunque ha un forte impatto sull'ambiente. Impatta nelle fasi di produzione e nelle fasi di smaltimento. L'impatto dell'auto elettrica continua durante l'utilizzo, a meno che l'energia elettrica utilizzata non sia proveniente al 100% da fonti rinnovabili (anche in questo caso però i problemi per l'ambiente non mancano).
Non vanno dimenticate poi le emissioni che accomunano tutte le automobili, come ricorda Udine Today: «Secondo diversi studi, infatti, le micropolveri che si staccano dall'asfalto, dalle gomme e dai freni dell'auto si depositano sul fondo stradale, e contribuiscono a circa la metà dell'inquinamento da traffico automobilistico. La polvere delle gomme e dei freni, quindi, è dannosa tanto quanto i gas di scarico delle auto, perché contiene un mix di sostanze chimiche tossiche e cancerogene». Sul tema anche motorbox.it: «Quando premiamo il pedale del freno, il contatto tra pastiglie e dischi rilascia particolato fine (il cosiddetto PM 2,5, ossia particelle con diametro inferiore ai 2,5 micrometri, le più pericolose per l’apparato respiratorio), ed è da solo responsabile di una percentuale che in alcuni casi può arrivare anche al 20% del totale del particolato fine che si trova ai bordi delle strade. Dove si trovano i marciapiedi su cui camminiamo, per dirne una. Le gomme delle auto, delle moto e dei mezzi pesanti rilasciano le cosiddette NEE, non-exhaust emission, inquinanti che non originano dal tubo di scappamento. Analogamente a quanto accade con i freni, anche il contatto con l’asfalto genera PM 2,5 e PM 10. Attenzione alle auto elettriche: la loro coppia immediatamente disponibile porta ad accelerazioni più brusche, e quindi un maggior consumo di gomma, e conseguente inquinamento». (Riproduzione riservata)
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