Buon compleanno Ticino
Il settimanale della diocesi di Pavia compie 130 anni: il ricordo di una collaborazione vivace e gli auguri per un futuro pieno di lettori. Il giornale rimanga custode e sentinella della città
Era il 2005 quando, proprio sulle pagine del Ticino, veniva pubblicato per la prima volta un mio scritto: “Il volontario incompreso”, racconto uscito come fogliettone a puntate, per sei settimane. Dopo quella prima pubblicazione, iniziai a fare un po’ di cronaca, prima come inviato ai Grest e poi agli eventi diocesani dedicati ai giovani. Durante la collaborazione, durata fino al 2018, ho firmato anche diversi articoli di critica, ne ricordo ad esempio uno pubblicato il 19 febbraio 2016 e intitolato “Dirige l’orchestra… Il pensiero unico”. Una recensione decisamente negativa sul Festival di Sanremo del 2015, caratterizzato dai nastrini arcobaleno imposti a quasi tutti i cantanti e ospiti. Oppure “Per favore, non sottovalutateci”, pubblicato l’11 marzo 2016 e poi ripreso dal blog di Costanza Miriano. Un appello rivolto agli adulti per chiedere verità e non slogan ed etichette.
Scrivevo: «(…) Noi siamo quelli che affollano chiassosamente le strade la sera, ma anche quelli che al mattino corrono in università a seguire le lezioni, e magari nel pomeriggio vanno a fare volontariato in una casa di riposo o in un centro per giovani in difficoltà. Abbiamo dentro una sete che ci spinge sempre alla ricerca di una fonte nuova, e questa sete è così forte che a volte ci accontentiamo anche di qualche cocktail in discoteca. O almeno quelli di noi che non soffrono di acidità di stomaco. Noi giovani siamo tutto questo e mille altre cose ancora. Ognuno con le sue particolarità, con la sua unicità, ma tutti legati da un infinito filo rosso: l’essere sempre in cammino (…)».
Ricordo anche “Noi, mendicanti di felicità”, pubblicato il 18 aprile 2014, dove scrivevo: «(…) Ma la Chiesa è formata da tutti i battezzati, e per questo non ci sono scuse, non è il tempo dell’attesa: tutti noi possiamo portare una goccia di bellezza e rinnovamento. Dov’è la nostra energia di giovani? Dove sono il nostro coraggio e le nostre alte aspirazioni? Con queste esortazioni abbiamo ripreso il cammino, a simboleggiare la nostra continua ricerca di fede e il nostro desiderio di testimonianza, verso il Castello Visconteo. Lì ci attendeva Mons. Giovanni Giudici, in un cortile aperto ed illuminato solo per noi. Persino la luna, discreta ma presente, sembrava volersi unire a noi nella gioia. Nelle parole del Vescovo una nuova scossa: “Cercate la sobrietà e sarete sale della terra!” E per accompagnare il nostro viaggio ci ha donato il Vangelo di Matteo, invitandoci ad essere sempre alla ricerca del significato più autentico della nostra vita (…)».
Dunque, a prendere in mano il numero speciale del Ticino dedicato a questi primi 130 anni di storia, non posso rimanere indifferente. Tra queste pagine c’è anche un frammento della mia storia, professionale e umana. E allora, caro Ticino, ti auguro di continuare ad arrivare in edicola, nelle parrocchie e nelle case per altri 130 anni. Ti auguro di riscoprire sempre lo spirito indipendente e coraggioso di monsignor Carlo Bordoni, che durante la direzione del settimanale seppe dialogare con la città intera, senza per questo rinunciare al coraggio della verità. Anche e soprattutto quando questa infastidiva il potere. Nessuna crisi economica può fermare un giornale se resiste e cresce la fiducia fra giornalisti e lettori. Auguri! (Riproduzione riservata)
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