Caso Englaro, condannato Carlo Lucchina
IL COMMENTO L’ex direttore generale della sanità lombarda dovrà risarcire 175mila euro alla Regione per essersi rifiutato di considerare la giovane donna una vita di serie B
Lunedì 3 giugno 2024 la Corte dei conti ha condannato in appello Carlo Lucchina, già direttore generale della Sanità della Lombardia, a versare 175mila euro alla Regione come risarcimento per essersi opposto, nel 2008, all’eutanasia di Eluana Englaro. Al tempo, l’allora direttore generale disse che i medici lombardi sarebbero venuti meno ai propri doveri professionali se avessero cagionato la morte della giovane donna. Beppino Englaro si rivolse al Tar e fece trasferire Eluana a Udine, dove fu fatta morire di fame e di sete dopo giorni di agonia. Regione Lombardia dovette risarcire il padre di Eluana con 175mila euro per il trasferimento e ora la Corte dei conti condanna Carlo Lucchina a risarcire la Regione.
Se nel 2008 il direttore generale della sanità avesse eseguito gli ordini senza discutere, se dunque avesse avallato la richiesta di privare la donna di idratazione e nutrizione, oggi potrebbe godersi sereno la pensione. Invece, quel “no” deontologico e umano gli è costato anni di battaglia legale e ora persino una sentenza di condanna. È il vero volto del favor mortis, maschera compassionevole truccata da “dolce morte”. La legge naturale viene calpestata in nome di un nuovo principio: non tutte le vite sono uguali, alcune valgono meno e per questo devono essere eliminate (come accaduto con Terri Schindler, Charlie Gard, Alfie Evans, Vincent Lambert e Indi Gregory). Nessuno osi mettersi tra la macchina della morte e le vite fragili. (Riproduzione riservata)
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Quanto sconcerto provoca questo annuncio negli animi che considerano la vita il bene più prezioso che abbiamo ricevuto dall'Altissimo! Tutto ciò ribadisce un disprezzo alla vita da parte delle istituzioni, che dovrebbero invece essere al servizio del cittadino. Grazie Giacomo per divulgare ancora la verità.