Ciao, Mino Milani, ciao
È morto all’età di 94 anni il grande scrittore e giornalista pavese. Autore di libri per ragazzi di grande successo, da "Tommy River" a "Martin Cooper", ha lavorato per 20 anni al Corriere dei Piccoli
Giovedì sera sono passato davanti al tuo bel palazzo, palazzo Milani, mentre il sole tramontava sulla facciata di San Pietro in Ciel d’Oro. Davanti al portone c’era un’auto delle pompe funebri e quella sagoma grigia mi ha provocato subito un senso di malessere. Non sapevo, nessuno ancora sapeva, ma tornando a casa ho visto la notizia che rimbalzava sulle agenzie. Te ne sei andato, e con te se ne va per sempre un pezzo di storia di Pavia.
Qualche anno fa ti avevo regalato il mio libro, “Un ponte tra le Valli”. Per me era già un sogno potertelo donare e scambiare qualche parola con te, al termine di una presentazione, ma tu lo avevi accettato con gioia e interesse, come un dono prezioso. Mi avevi dato il tuo numero di telefono: «Lascia passare qualche settimana poi chiamami». Avevamo chiacchierato a lungo mentre la libreria si svuotava e alla fine mi avevi scritto una dedica sul tuo ultimo libro che iniziava con “All’amico Giacomo”.
Dopo qualche tempo ti avevo richiamato e con mia grande sorpresa tu avevi letto davvero il mio libro. Quanti consigli preziosi mi hai dato. Ancora non sapevo bene che la mia strada sarebbe diventata quella del giornalismo, ma tu mi avevi ripetuto più volte: «Continua a scrivere, non smettere». Io ho iniziato a scrivere pubblicando il mio primo racconto sul Ticino, il settimanale della diocesi di Pavia, nel 2005. Tu avevi iniziato la tua brillante carriera pubblicando il tuo primo racconto sul Ticino, nel 1946. Io sono approdato alla Provincia Pavese come collaboratore prima e redattore poi, tu della Provincia sei stato direttore, un direttore libero e controcorrente. Scrivo oggi queste cose perché te le avevo raccontate dal vivo e non posso dimenticare come ti brillassero gli occhi nell’ascoltarle. Eri felice, condividevi le mie speranze, avevi la sensibilità di percepire i sentimenti del tuo interlocutore e di maneggiarli con cura. Con rispetto e partecipazione.
Oggi riguardo con commozione la copia della tua autobiografia e resto ancora una volta affascinato dall’umiltà con la quale ripercorri in queste pagine la tua vita, una vita costellata di favole e giornalismo. Soprattutto, te lo avevo detto e te lo ridico oggi, sento “mio” il tuo amore per Pavia, per questa città dal passato ricco e dal presente ferito. Una città che tu hai vissuto, raccontato, contemplato come contemplavi alba e tramonto sulla facciata di San Pietro in Ciel d’Oro.
«Continua a scrivere, non smettere». Questa è la frase che porto sempre con me. Tu sapevi benissimo cosa volesse dire non poter fare a meno di scrivere. Un lavoro e qualcosa di più. Ciao, Mino Milani, ciao. (Riproduzione riservata)
Per restare sintonizzato su “Notturno” clicca su “Subscribe” e iscriviti. “Notturno” vive grazie ai lettori: se ti abboni sostieni il lavoro giornalistico della newsletter e ottieni l’accesso completo all’archivio. Riceverai inoltre, ogni settimana, un contenuto riservato agli abbonati.