Conclave mediatico, fedeli assuefatti
EDITORIALE Mercoledì 7 maggio l'”Extra omnes”. Ancora aperte le questioni Becciu, numero elettori, Congregazioni generali. La comunicazione semplifica, la stampa si concentra sulla stufa della Sistina
Mai si è parlato del Conclave come in questi giorni. L'elezione del nuovo pontefice è diventata una questione pop: se non ne parli non sei nessuno, se non hai la tua lista personale di “papabili” non sei ammesso alle pause caffè che contano, se non spettegoli sul cardinale che ha svuotato il minibar sei noioso. Tutti ne scrivono, soprattutto quelli che mai hanno scritto di Chiesa. E più se ne parla, meno il tema viene compreso e approfondito. La narrazione dominante è così riassumibile: «Francesco è stato il Papa degli ultimi, ora bisogna portare avanti l'eredità di Francesco, i conservatori vogliono portare indietro la Chiesa, il nuovo pontefice dovrà essere inclusivo e non reazionario». Anche tra fedeli e sacerdoti gli slogan rassicuranti hanno grande successo. Queste formule, quasi magiche, hanno il potere di creare una fitta coltre di nubi sopra l'opinione pubblica: tutto è superficiale e prevedibile, impossibile vedere oltre.
La stampa alterna …