Cristiani a Gaza: “Davanti a noi abbiamo solo macerie”
Padre Ibrahim Faltas ad Acs: «Crescono le minacce, abbiamo bisogno di tutto». Il grido d’aiuto di suor Nabila Saleh all’agenzia stampa Sir: «Se la guerra non finirà presto moriremo tutti di fame»
«La situazione è sempre grave, con migliaia di morti ufficiali, ma la realtà potrebbe essere ancor più devastante. Persone intrappolate sotto le macerie, corpi non sepolti dignitosamente, e un numero impressionante di feriti senza possibilità di cure». Raggiunto da Aiuto alla Chiesa che Soffre il 23 gennaio 2024, padre Ibrahim Faltas, frate francescano, direttore delle scuole della Custodia di Terra Santa e della Casa Nova di Gerusalemme, ha descritto così la situazione dei cristiani che vivono nella Striscia di Gaza. Acs riferisce che oltre 40.000 bambini sono rimasti orfani, mentre la comunità cristiana è ridotta a circa 800 persone.
Un conflitto che si fa ogni giorno più esteso e sembra circondare i cristiani imprigionandoli su più fronti, spiega ancora Acs: «In Cisgiordania i cristiani di Betlemme sono privati del reddito a causa della mancanza di turismo e della fuga dei cristiani stessi da questa regione. Oggi si contano circa 400 morti, 6.000 arresti e gravi distruzioni in molte città, comprese Jenin, Betlemme, Tulkarm e Hebron. Crescono le minacce anche a nord, con il conflitto tra Hezbollah e Israele che si espande e la crisi che coinvolge il Mar Rosso e l’Iran».
La parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza sta offrendo assistenza alla comunità cristiana sopravvissuta, dice padre Ibrahim Faltas, ma la situazione è disperata: «Abbiamo bisogno di tutto, cibo, acqua. I cristiani a Gaza hanno perso le case, non sanno come comprare il pane, soprattutto a Betlemme». Aiuto alla Chiesa che Soffre si impegna a fornire al Patriarcato latino di Gerusalemme 500mila euro tra gennaio e aprile 2024, portando gli aiuti totali a quasi 700mila euro. Di questi, 300mila euro saranno destinati ai cristiani a Gaza, mentre il resto supporterà le famiglie in Cisgiordania e Gerusalemme Est.
Oggi, sabato 3 febbraio 2023, l’agenzia stampa Sir ha dato notizia del drammatico appello di una religiosa, suor Nabila Saleh, direttrice della scuola cattolica delle Suore del Rosario, scuola ormai ridotta a un cumulo di macerie. Suor Nabila Saleh lancia un grido: «Se la guerra non finirà presto a Gaza moriremo tutti di fame e di stenti. Siamo stanchi di vivere continuamente sotto le bombe. Quando le condizioni di sicurezza ce lo permettono usciamo dalla parrocchia per reperire del cibo e il necessario per vivere. Davanti a noi abbiamo solo macerie, palazzi distrutti, morte. Non vediamo altro. A Gaza oggi non esiste un luogo sicuro. Di notte sentiamo il fragore dei bombardamenti. Di giorno sono gli spari a scandire il trascorrere del tempo». (Riproduzione riservata)
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