Fiducia supplicans, sempre più vescovi contrari
Nuove critiche alla Dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede sulla benedizione delle coppie irregolari. Monsignor Crepaldi: «Serve sincero proposito di conversione, non facili buonismi»
«Questo documento mina la comunione della Chiesa, poiché tali benedizioni contraddicono direttamente e gravemente la Divina Rivelazione e la dottrina e la pratica ininterrotta della Chiesa cattolica». Non ha dubbi monsignor Rafael Escudero López Brea, vescovo della prelatura di Moyobamba in Perù, che dichiara inapplicabile la Dichiarazione Fiducia supplicans sulle benedizioni alle coppie di fatto e alle coppie formate da persone dello stesso sesso. Il 3 gennaio 2024 il vescovo ha dichiarato: «Benedire le coppie irregolari e le coppie dello stesso sesso è un grave abuso del Santissimo Nome di Dio». Il vescovo ha poi lanciato l’allarme sulla confusione che il Dicastero per la dottrina della fede sta generando tra vescovi, sacerdoti e laici: «Sebbene il Dicastero per la Dottrina della Fede insista sul fatto che si tratta di un’affermazione “chiara”, la verità è che continua a generare un’enorme confusione non solo tra i fedeli ma anche tra molti altri vescovi di tutto il mondo».
Una confusione che, secondo il vescovo, non può venire da Dio: «Dio non benedice mai il peccato. Dio non si contraddice. Dio non ci mente. Dio ama sempre e incondizionatamente il peccatore, quindi desidera il suo pentimento, la sua conversione e la sua vita. Dio vuole il bene di tutti». Monsignor Escudero ha rivolto un appello a cardinali, vescovi e sacerdoti: «Conservate la pratica ininterrotta della Chiesa, che è quella di benedire tutti coloro che chiedono una benedizione e non le coppie dello stesso sesso o le persone in situazione irregolare. La nostra carità pastorale verso coloro che si trovano in situazione di peccato ci obbliga a chiamarli alla conversione».
Ma continua a crescere il numero di vescovi contrari a Fiducia supplicans. Il 31 dicembre 2023 anche la Conferenza episcopale del Benin ha criticato duramente la Dichiarazione, invitando tutti i sacerdoti ad: «astenersi da qualsiasi forma di benedizione alle coppie dello stesso sesso e alle coppie in situazione irregolare».
Sconcerto anche da parte di monsignor José Ignacio Munilla, vescovo di Orihuela-Alicante (Spagna), che il 4 gennaio 2024 ha detto: «Non abbiamo mai visto nulla di simile all’interno della Chiesa. Sono già una ventina le conferenze episcopali che, più o meno, si sono pronunciate contro questa dichiarazione, molte delle quali africane, ma anche alcune dell'Europa dell'Est e dell'America. Inoltre molti cardinali e vescovi, me compreso, si sono espressi in modo critico. Non eravamo abituati a una cosa del genere all’interno della Chiesa».
Il 1° gennaio 2024 i vescovi della Provincia ecclesiastica di Rennes (che comprende le diocesi francesi di Rennes, Vannes, Angers, Quimper, Luçon, Saint-Brieuc, Nantes, Le Mans, Laval), hanno diffuso un comunicato nel quale si legge: «Nella nostra società, dove il matrimonio è stato banalizzato divenendo una nozione di diritto civile che ignora la specificità fondativa della differenza sessuale, abbiamo la missione di affermare in modo profetico, «con dolcezza e rispetto» ( 1 Pt 3,16), la grande bellezza del disegno di Dio che ha creato l'essere umano, uomo e donna, e che Cristo ha ricordato. In questo contesto è dunque giusto, come sottolinea la Dichiarazione, non contribuire a creare “confusione” (n. 4, 5, 30, 31, 39) o “scandalo” (n. 30, 39). Per questo è opportuno benedire spontaneamente, individualmente, ciascuna delle due persone che formano una coppia, qualunque sia il loro orientamento sessuale, che chiedono la benedizione di Dio con umiltà e con il desiderio di conformarsi sempre più alla sua santa volontà».
Intervistato da La Nuova Bussola Quotidiana il 5 gennaio 2023, monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo-vescovo emerito di Trieste, afferma che non impartirà le benedizioni alle coppie irregolari né alle coppie formate da persone dello stesso sesso e commenta così Fiducia Supplicans: «L’incontro pastorale di un vescovo o di un sacerdote con queste persone deve essere un incontro nella carità e nella verità, un incontro cristiano, cioè rivolto all’ascolto e all’accoglienza della Parola di Dio, nella consapevolezza da parte di tutti che solo essa ha il potere di delineare il vero bene per le persone e per la Chiesa. Ma per far questo bisogna che chi chiede la benedizione non sia mosso da desideri di rivendicazione ma da un sincero proposito di conversione; d’altra parte, chi impartisce la benedizione non sia guidato da facili buonismi, ma da una onesta volontà di guidare le persone al loro vero bene spirituale». (Riproduzione riservata)
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