Giornalista condannato dopo 25 anni per un titolo (non suo)
Nel 1998 Mimmo Pelagalli era collaboratore esterno di un giornale (che oggi non esiste più): non poteva decidere né titolazione né impaginazione. Ora chiede l’intervento della Cedu
Un’assoluzione penale definitiva e, allo stesso tempo, una condanna civile definitiva per il titolo di un articolo pubblicato esattamente 25 anni fa. Sul giornalista Mimmo Pelagalli incombe oggi una richiesta di risarcimento danni per diffamazione da 51mila euro per “Teano, truffa alla IMEC. Spuntano altri indizi per i tre alla sbarra”. Dunque, 51mila euro per 68 caratteri apparsi sul Corriere di Caserta il 29 maggio 1998. All’epoca, Mimmo Pelagalli era un giovane collaboratore esterno della testata: come tutti i collaboratori esterni inviava i pezzi in redazione, non poteva deciderne né il titolo, né il catenaccio né l’impaginazione. Il giornalista si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Il 25 maggio 1998 esce sul Corriere di Caserta l’articolo incriminato. Mimmo Pelagalli è stato inviato a seguire la cronaca giudiziaria in tribunale, quindi lavora con un piccolo computer portatile dal quale invia in redazione gli articoli che poi ven…