Giornalista minacciata? “Necessario contestualizzare”
La Procura di Vicenza chiede l'archiviazione per l'uomo che nel 2023 aggredì e minacciò di morte Martina Mazzaro, inviata di TVA che stava realizzando un reportage sul degrado a Campo Marzo
È sabato 7 ottobre 2023: Martina Mazzaro si trova a Campo Marzo, uno dei parchi pubblici più grandi di Vicenza. La giornalista, inviata del canale televisivo TVA, deve realizzare un reportage sul degrado dell'area. Dopo pochi minuti di esplorazione, la cronista nota alcuni uomini che nel bel mezzo del parco, in pieno giorno, assumono droghe: non fa in tempo ad allontanarsi, che uno di questi le si avvicina con fare minaccioso intimandole di cancellare il video. La giornalista risponde che non ha ancora iniziato a fare riprese, ma l'uomo cerca di aggredirla e prova a strapparle di mano la telecamera. Martina Mazzaro si mette a correre, si allontana, l'uomo la insegue e grida: «Se ti trovo ti spacco la testa». Poi afferra una bottiglia di vetro e gliela lancia addosso.
Alcune persone presenti nel parco assistono alla scena e chiamano la polizia, che interviene subito fermando l’uomo. L’identificazione consente di scoprire che l'aggressore è un pakistano con il permesso di lavoro scaduto: viene accompagnato al CIE di Nuoro per il rimpatrio coatto. La notizia viene classificata come violazione verificata alla libertà di stampa dall'osservatorio di Ossigeno per l'informazione.
È lunedì 24 giugno 2024: la Procura di Vicenza chiede l'archiviazione del fascicolo aperto sull'episodio. Così si legge nelle motivazioni: «Nel caso di specie appare necessario contestualizzare il comportamento dell’indagato, al luogo – contesto assai noto per la frequentazione di spacciatori e tossicodipendenti – , alle proprie condizioni psico-fisiche ed alla propria condizione sociale. È quindi evidente che in un luogo socialmente cosi complicato, l’utilizzo di una telecamera possa innescare reazioni incontrollate che fanno dubitare della sussistenza dell’elemento psicologico del reato». L’Ordine nazionale dei giornalisti, assieme a Fnsi, Ordine Veneto e Sindacato regionale del Veneto, protesta per un provvedimento che ritiene contrario al diritto, ed esprime la propria vicinanza alla collega minacciata.
Notturno si unisce alla protesta dell'OdG e dei sindacati: i giornalisti hanno il diritto-dovere di «ricercare, raccogliere, elaborare e diffondere con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti». Martina Mazzaro stava svolgendo il proprio lavoro nel pieno rispetto della deontologia professionale. Le è stato impedito, con le minacce e la violenza, di esercitare l'attività giornalistica, un ostacolo alla libertà d'informazione che è ricaduto e ricade sui cittadini. Sono proprio i cittadini, infatti, le vittime finali del bavaglio. I cittadini che ogni giorno frequentano luoghi segnati dal degrado e dall'insicurezza, che ogni giorno rischiano episodi come quello avvenuto a Martina Mazzaro. Chi difende la libertà di stampa oggi? (Riproduzione riservata)