Giornalista sotto processo per sette anni. Oggi gli accusatori sono imputati per calunnia
Manuela Petescia, direttore di Telemolise, ha vissuto anni durissimi a causa di accuse false. Dopo la pressione psicologica e le spese legali oggi si chiede: “Fosse accaduto a un collega più fragile?”
Accusata di tentata concussione, tentata estorsione e concorso in violazione di segreto d'ufficio. Imputata in un processo durato sette anni. Costretta a difendersi da sola contro Regione e Presidenza del Consiglio dei Ministri. Infine assolta. Il tutto per una “cena del ricatto”, che non è mai avvenuta. È quanto accaduto a Manuela Petescia, giornalista professionista, direttore responsabile di Telemolise e di altre testate, che dal 2014 si è trovata immersa in un vortice processuale fatto di accuse così prive di fondamento da renderle difficile persino difendersi. Tutto ha inizio alla fine del 2014, quando Paolo Frattura, al tempo presidente della regione Molise per il Partito Democratico, denuncia la giornalista Manuela Petescia e il magistrato Fabio Papa per un tentativo di estorsione, che sarebbe avvenuto durante una cena consumatasi nel 2013. Unico testimone dell’accaduto, Salvatore Di Pardo, avvocato e amico di Frattura.