Giovanni Paolo II: “Mai più la guerra”
Preghiera, diplomazia, coinvolgimento dell’opinione pubblica. L’impegno del pontefice polacco per fermare la guerra del Golfo: «Non dobbiamo abituarci all’idea che tutto ciò sia ineluttabile»
«Mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza». Così prega Giovanni Paolo II, mentre il mondo trattiene il fiato con lo sguardo rivolto alla guerra del Golfo. È il 2 febbraio del 1991, prima di pronunciare la preghiera per la pace il pontefice dice: «Il cuore di tutti noi è colmo di dolore per la guerra in corso nella regione del Golfo, da cui di giorno in giorno ci giungono notizie sempre più preoccupanti, per il numero di combattenti e la quantità di armi impiegate, come anche per il coinvolgimento nel conflitto di intere popolazioni civili. Il tutto è reso ancora più angoscioso dal fatto che questo sconsolante quadro rischia di estendersi nel tempo e nello spazio, in modo tragico e con conseguenze incalcolabili. Come credenti nel Dio di misericordia e nel Suo Figlio Gesù, morto e risorto per la salvezza di tutti, non possiamo perdere la speranza che la grande sofferenza, che sta colpendo così vaste porzioni dell’umanità, abbia quanto prima a terminare. Per raggiungere questo fine, abbiamo a nostra disposizione in primo luogo la preghiera, strumento umile ma, se nutrito di fede sincera e intensa, più forte di ogni arma e di ogni calcolo umano».
L’impegno di Wojtyla perché taccia il frastuono delle armi è primariamente spirituale: la preghiera è lo strumento più potente che l’uomo ha a disposizione per cambiare la Storia, per questo il Papa prega e invita tutta la Chiesa a fare lo stesso per la pace. Il magistero di Giovanni Paolo II e i suoi interventi nelle vicende mondiali non sarebbero spiegabili senza la centralità della preghiera e dell’affidamento a Maria. Accanto a questo, il pontefice polacco impegna tutte le sue forze umane nella diplomazia e nella comunicazione. Il Papa conosce il potere delle parole, sa che un’opinione pubblica informata è un ottimo alleato contro i soprusi di qualsiasi regime, per questo parla al mondo senza banalizzare le complessità e senza edulcorare la proposta cristiana.
Il 15 gennaio 1991 aveva scritto due lettere, una a Saddam Hussein, presidente dell’Iraq, nella quale si legge: «Nessun problema internazionale può essere adeguatamente e degnamente risolto col ricorso alle armi, e l’esperienza insegna a tutta l’umanità che la guerra, oltre a causare molte vittime, crea situazioni di grave ingiustizia che, a loro volta, costituiscono una forte tentazione di ulteriore ricorso alla violenza». E ancora: «Confido che anche lei, signor Presidente, vorrà prendere le decisioni più opportune e compiere gesti coraggiosi che possano essere l’inizio di un vero percorso di pace. In queste drammatiche ore prego affinché Dio la illumini e le conceda la forza di fare un gesto generoso che eviti la guerra».
Lo stesso giorno, il Papa si era rivolto anche a George Bush, presidente degli Stati Uniti d’America, scrivendo: «Non possiamo illuderci che l’impiego delle armi, e soprattutto degli armamenti altamente sofisticati di oggi, non provochi, oltre alla sofferenza e alla distruzione, nuove e forse peggiori ingiustizie. Signor Presidente, sono certo che, insieme ai suoi collaboratori, anche lei ha chiaramente valutato tutti questi fattori, e non risparmierà ulteriori sforzi per evitare decisioni che sarebbero irreversibili e porterebbero sofferenze a migliaia di famiglie di suoi concittadini e a tante popolazioni del Medio Oriente». Il 12 gennaio 1991, parlando al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Papa aveva messo in guardia: «La pace ottenuta con le armi non porterebbe altro che alla preparazione di nuove violenze».
Giovanni Paolo II insiste: la guerra non è la soluzione. La guerra provoca nuova ingiustizie e queste ingiustizie sono semi che nel tempo produrranno altre guerre. C’è qui, seppur implicito, il filo rosso che percorre tutto il magistero del pontefice polacco: l’inviolabilità della vita umana. Le tante morti innocenti dei conflitti sono crimini che nutrono il Male. E se il Male non viene affamato, cresce fino a distruggere tutto. Di seguito, il testo della preghiera per la pace composta da Giovanni Paolo II.
Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
fai cessare questa guerra nel Golfo Persico,
minaccia per le tue creature, in cielo, in terra ed in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.
Amen.
(Riproduzione riservata)
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