Giovanni Paolo II: “Non c’è bene comune senza il diritto alla vita”
«Solo il rispetto della vita può fondare e garantire i beni più preziosi e necessari della società, come la democrazia e la pace», scrive il pontefice polacco nell’enciclica “Evangelium Vitae” (1995)
In queste ore di attesa per la sentenza sulla vita della piccola Indi Gregory, tornano di particolare attualità le parole di Giovanni Paolo II contenute nell’enciclica “Evangelium Vitae” del 25 marzo 1995. Così scrive il pontefice polacco: «Il Vangelo della vita non è esclusivamente per i credenti: è per tutti. La questione della vita e della sua difesa e promozione non è prerogativa dei soli cristiani. Anche se dalla fede riceve luce e forza straordinarie, essa appartiene ad ogni coscienza umana che aspira alla verità ed è attenta e pensosa per le sorti dell'umanità. Nella vita c'è sicuramente un valore sacro e religioso, ma in nessun modo esso interpella solo i credenti: si tratta, infatti, di un valore che ogni essere umano può cogliere anche alla luce della ragione e che perciò riguarda necessariamente tutti».
Promuovere l’indisponibilità della vita umana, spiega Giovanni Paolo II, significa costruire fondamenta sicure per una società democratica e civile: «Il Vangelo della vita è per la città degli uomini. Agire a favore della vita è contribuire al rinnovamento della società mediante l'edificazione del bene comune. Non è possibile, infatti, costruire il bene comune senza riconoscere e tutelare il diritto alla vita, su cui si fondano e si sviluppano tutti gli altri diritti inalienabili dell'essere umano. Né può avere solide basi una società che — mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace — si contraddice radicalmente accettando o tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata. Solo il rispetto della vita può fondare e garantire i beni più preziosi e necessari della società, come la democrazia e la pace. Infatti, non ci può essere vera democrazia, se non si riconosce la dignità di ogni persona e non se ne rispettano i diritti. Non ci può essere neppure vera pace, se non si difende e promuove la vita». (Riproduzione riservata)
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