I consumi del progresso
IN BREVE Nel 2023 Microsoft e Google hanno consumato tanta energia quanto l'Azerbaigian. Il loro fabbisogno energetico supera quello di diverse nazioni. In aumento le emissioni di Co2 per l'IA
«Il fabbisogno energetico di Microsoft e Google potrebbe soddisfare comodamente il consumo di elettricità dell'Azerbaigian, un paese con una popolazione di 10,14 milioni di abitanti e un PIL stimato di 78,7 miliardi di dollari». È l'analisi pubblicata il 16 luglio 2024 da Tom’s Hardware, testata giornalistica dedicata al mondo della tecnologia. Secondo quanto riportato dalla rivista online, nel 2023 Google e Microsoft hanno consumato ciascuna 24 TWh di elettricità, per un totale di 48 Twh. Si tratta di un consumo energetico superiore a quello di molte nazioni, sarebbero infatti oltre cento gli Stati che consumano meno dei due colossi tecnologici.
La fame di energia è cresciuta ulteriormente da quando sia Microsoft che Google hanno iniziato a lavorare sull'intelligenza artificiale generativa: come ricorda Prima Online, i due colossi «stanno aumentando le loro emissioni di Co2 a causa dell’IA che è altamente energivora soprattutto nella fase dell’addestramento dei modelli, richiede infatti un ingente quantitativo di energia per potenziare gli algoritmi delle diverse organizzazioni, oltre all’acqua necessaria a raffreddare le infrastrutture».
Le energie rinnovabili non sembrano sufficienti per sostenere tanta richiesta, pertanto Microsoft ha stretto un accordo con Helion, startup che mira a produrre energia nucleare pulita entro il 2028. in che modo? Lo spiega il Sole 24 Ore del 13 maggio 2023: «Helion Energy è agli avamposti di una coorte di una trentina di startup in gara per arrivare prime alla fusione nucleare, che un giorno potrebbe aiutare il mondo a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra del settore energetico. La fusione è il modo in cui il Sole, che è composto principalmente da idrogeno, produce energia. A differenza della fissione nucleare, la fusione non genera scorie di lungo periodo, come quelle delle centrali nucleari attuali, che restano radioattive anche per migliaia di anni. Ecco perché i sostenitori della fusione la descrivono come il Sacro Graal dell’energia: una tecnologia che potrebbe teoricamente fornire elettricità quasi illimitata, a zero emissioni di carbonio e zero scorie». Sull'avverbio “teoricamente” corrono interessi da oltre mille miliardi di dollari. (Riproduzione riservata)