“I sacerdoti non vaccinati non distribuiscano la Comunione”
IL COMMENTO Il vescovo di Teano-Calvi punisce i sacerdoti non vaccinati e sospende ogni attività oratoriale e catechistica. Ma tutti i documenti della Chiesa dicono “sì” alla libertà di coscienza
Aggiornamento del 9 gennaio 2022 alle h. 21.00. Grazie alla segnalazione di un lettore, abbonato a Notturno, si giunge a conoscenza che la decisione del vescovo di Teano-Calvi non è la prima in ordine temporale. Il 4 gennaio scorso infatti monsignor Andrea Bellandi, vescovo di Salerno, ha diramato una nota nella quale si legge: «Esigo espressamente che l’Eucaristia, durante le celebrazioni, NON VENGA DISTRIBUITA dai sacerdoti, diaconi o ministri straordinari non vaccinati. In caso di assoluta necessità, autorizzo che, per la distribuzione, venga scelta ad actum una persona di fiducia (religiosa o catechista) dotata di avvenuta vaccinazione». L’espressione interamente in maiuscolo è presente nel documento ufficiale del vescovo.
«Proibisco la distribuzione dell’Eucaristia da parte di Sacerdoti, Diaconi, religiosi e laici non vaccinati». Così dispone monsignor Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, con il primo decreto dell’anno, datato 8 gennaio 2022. Tra le misure per il contenimento del contagio vi è anche la sospensione di ogni attività oratoriale e del catechismo. Nel documento monsignor Cirulli richiama le parole di papa Francesco e scrive: «Mi permetto di richiamare, riguardo ai vaccini, quanto Papa Francesco ha detto: “Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto d’amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto d’amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”».
Vietare la distribuzione della Comunione a sacerdoti non vaccinati è un provvedimento inedito, mai messo nero su bianco in un documento ufficiale prima di oggi, e secondo il vescovo di Teano-Calvi sarebbe giustificato dal fatto che «la situazione pandemica Covid-19 è in costante e grave peggioramento».
A monsignor Cirulli, che invita i fedeli ad ascoltare le interviste di papa Francesco, occorre però ricordare che le interviste occupano l’ultimo gradino nella gerarchia delle fonti attraverso le quali un Pontefice esprime il proprio pensiero. Prima vengono i documenti ufficiali, e a riguardo l’ultimo documento in termini di tempo è la Nota della Congregazione per la dottrina della fede del 21 dicembre 2020.
La Nota, pur ammettendo la liceità di vaccini contaminati dall’aborto in situazioni di grave emergenza (e in assenza di alternative etiche e manifestando pubblicamente la propria opposizione all’aborto e facendo pressione perché le case farmaceutiche spostino la produzione verso farmaci etici), ricorda che la vaccinazione «non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria».
E ancora, riconosce l’obiezione di coscienza per vaccini, farmaci e terapie che siano in qualche modo contaminati dall’aborto, ovvero che abbiano utilizzato linee cellulari da feti abortiti per sperimentazione e produzione, come è il caso dei vaccini anti covid attualmente in commercio.
A questo documento, vanno sommati tutti i documenti precedenti della Chiesa, che riconoscono la libertà di coscienza (la coscienza è “sacrario dell’uomo” secondo “Gaudium et spes”) come principio cardine di ogni Stato che vuole dirsi democratico e che ribadiscono un netto “no” all’aborto e a ogni tipo di sperimentazione effettuata su feti abortiti.
A Monsignor Cirulli occorre ricordare che la censura dei primi problemi etici dei vaccini anti covid ha portato alla sottovalutazione dei problemi etici dell’intera campagna vaccinale, estesa ormai anche a soggetti che dal covid non rischiano nulla, superando così ogni concessione emergenziale riconosciuta dalla Nota della CDF del 21/12/20. L’imposizione stessa dei vaccini anti covid con obbligo o ricatto, con scudo penale per i medici vaccinatori, con richiami dall’ordine dei medici per chi critica la gestione della pandemia, con violazioni della deontologia giornalistica nell’informazione sanitaria, conferma la presenza di ulteriori e gravi problemi etici.
Tutto ciò sarebbe sufficiente per richiedere immediatamente un nuovo documento da parte della CDF (una richiesta è stata avanzata dal sottoscritto in data 14 aprile 2021), per invitare a uno stop della campagna vaccinale di massa, per far valere il principio di precauzione, per condannare pubblicamente ogni indebita pressione che violi la libertà di coscienza. (Riproduzione riservata)
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