Il cardinal Nichols e l’angosciosa smania
L’arcivescovo di Westminster offre pubblica vicinanza a re Carlo, colpito dal cancro. Ma nel 2018 approvava la decisione di sopprimere il piccolo Alfie Evans, gravemente malato. Il potere logora
«Sono rattristato nell’apprendere che il re Carlo si trovi ora ad affrontare un periodo di cure per il cancro. A nome dell’intera comunità cattolica di Inghilterra e Galles, offro a Sua Maestà i nostri più calorosi auguri e l’assicurazione di costanti preghiere per la sua piena e rapida guarigione. Dio benedica il Re». Così scrive il 5 febbraio 2024 su X (già Twitter) il cardinal Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles. Una vicinanza pubblica al re in un momento di fragilità, un atto dovuto visto anche il ruolo istituzionale del cardinal Nichols. La Chiesa da sempre si fa vicina all’uomo segnato dalla sofferenza. Vale la pena però tornare un attimo indietro nel tempo, più precisamente al 30 aprile 2018.
Cos’era successo la settimana precedente? Il 23 aprile 2018 l’ospedale pediatrico britannico Alder Hey aveva rimosso il ventilatore meccanico a un bambino di nome Alfie Evans, affetto da una patologia rara. I genitori desideravano portare il bimbo all’ospedale Bambino Gesù di Roma, un aereo con a bordo Mariella Enoc (presidente del centro d’eccellenza vaticano) e il migliore staff medico si era recato a Liverpool per prendere in carico il piccolo Alfie, ma nulla poté fermare il favor mortis di medici e giudici inglesi: il 23 aprile fu rimosso il ventilatore. Alfie però voleva vivere e rimase ostinatamente attaccato alla vita nelle ore successive al distacco del macchinario. Respirò autonomamente per cinque, dicasi cinque giorni. Poi, stremato dalla fatica, morì soffocato tra le braccia impotenti dei suoi genitori.
Due giorni dopo questa barbara uccisione il cardinal Nichols, intervistato dall’agenzia stampa polacca Kai, commentò: «È molto difficile agire nel miglior interesse di un bambino quando questo non è sempre quello che i genitori desiderano, ed è per questo che un tribunale deve decidere quello che è meglio non per i genitori, ma per il bambino. La saggezza ci mette in grado di prendere decisioni basate sulla piena informazione, e molte persone hanno preso posizione sul caso di Alfie nelle settimane passate senza avere tali informazioni e non hanno agito per il bene di questo bambino. Sfortunatamente ci sono state anche persone che hanno usato la situazione per scopi politici».
Ciò che il cardinal Vincent Nichols dice in ecclesialese è molto semplice: la vita non è un bene indisponibile, esistono vite non degne di essere vissute, è giusto (anzi, doveroso) eliminare dalla faccia della terra i fragili. A meno che i fragili non siano potenti, molto potenti, perché la brama di luce riflessa è più intensa della porpora. (Riproduzione riservata)
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Che vergogna!! A volte la Chiesa dà veramente scandalo e non ascolta le parole del Maestro sullo scandalo ai piccoli!!