Il Nobel che disse “no” al Papa
Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica 2021, nel 2008 firmò l’appello contro la visita di Benedetto XVI all’Università La Sapienza di Roma: «La Chiesa ha rotto l’armistizio fra scienza e fede»
«Un ospite sgradito in casa nostra». Così Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica 2021, definì nel 2008 papa Benedetto XVI a pochi giorni dalla sua visita (poi annullata) all'Università La Sapienza di Roma. Docente di Fisica all’ateneo romano, Parisi fu tra i 67 firmatari dell’appello al rettore contro la visita del pontefice, prevista il 17 gennaio; il 15 gennaio 2008 rilasciò un’intervista al quotidiano L’Unità per ribadire la sua contrarietà alla presenza del Papa nell’ateneo e, soprattutto, alla possibilità che vi tenesse una allocuzione.
Nell’appello, si fa riferimento esplicito a Galileo Galilei, un riferimento che Parisi approfondisce nell’intervista affermando: «Questo armistizio tra religione e scienza è stato però rotto dalla Chiesa Cattolica. Oggi la spartizione delle rispettive sfere di competenza fra fede e conoscenza non vale più e c'è un tentativo di affermare la superiorità della fede sulla scienza. Lo hanno dimostrato le dichiarazioni del Papa e di alcuni cardinali, che hanno parlato contro la scienza e contro l'evoluzionismo. Per questo noi come professori universitari non abbiamo piacere a ricevere il Pontefice il giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico. Dovrebbe venire a parlare della pena di morte, ma non ci stupirebbe se passasse ad altri argomenti come la moratoria sull'aborto. È fuori luogo. Ma se il Papa venisse alla Sapienza solo per inaugurare la Cappella sarebbe il benvenuto».
Papa Benedetto XVI era colpevole di aver rotto l’armistizio fra scienza e fede, un armistizio che durava da 50 anni, dunque l’ingresso all’ateneo doveva essergli impedito. E così avvenne: a seguito delle accese polemiche, papa Ratzinger decise di non partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico. Ma pubblicò comunque il suo discorso, che merita lettura integrale. In conclusione, si legge: «Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro». (Riproduzione riservata)
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