Il vescovo di Pavia: “L’aborto è una sconfitta”
Intervenendo al termine della Fiaccolata per la vita in memoria di Santa Gianna Beretta Molla, monsignor Sanguineti ha detto: «Nessuna pace per l’umanità senza il rispetto per la vita»
«Dobbiamo avere il coraggio di dire con chiarezza che l’aborto non è un diritto, è una sconfitta. E che dovrebbe essere desiderio di tutti permettere la nascita di ogni creatura concepita e custodita nel grembo». Così monsignor Corrado Sanguineti chiudendo la Fiaccolata per la vita organizzata a Pavia il 27 aprile 2024, nel XX anniversario della canonizzazione di Santa Gianna Beretta Molla. L’evento è stato promosso da CAV e Movimento per la vita di Pavia, Casa di Accoglienza alla Vita di Belgioioso e diocesi di Pavia. Prima tappa nel cortile del Pio Albergo Pertusati, con la testimonianza di don Franco Tassone (Caritas Pavia), seconda tappa in piazza Italia, con la testimonianza di Chantal Caravaggi (pastorale universitaria), terza tappa nella chiesa di San Giovanni in Domnarum, con la testimonianza di Laura Vaccari (pastorale della salute), e conclusione nella basilica di Santa Maria del Carmine, dove è stata letta una testimonianza di Gianna Emanuela Molla, figlia della santa.
Il vescovo di Pavia ha parlato di «polemiche pretestuose contro l’opera delle associazioni che si mettono accanto alle donne per sostenere e accompagnare maternità difficili», e ha più volte ribadito: «L’aborto è una sconfitta. Nessuno dovrebbe rallegrarsi quando si compie un aborto, quando viene interrotta una gravidanza, ponendo fine alla vita di un essere umano innocente». Il vescovo ha affermato che l’aborto è una sconfitta su più livelli: «Per ogni bambino e bambina che non vedranno la luce; per ogni donna, che spesso vive una terribile solitudine nella sua scelta di interrompere la gravidanza e porta dentro di sé il dramma di una ferita che a volte sanguina per anni; per la professione medica, che da sempre è chiamata a servire e non a eliminare la vita; per la società, che non ha saputo assicurare condizioni di accoglienza per ogni vita che si affaccia all’orizzonte e che è segnata sempre più da una preoccupante crisi demografica; per l’umanità che non potrà mai avere la pace, finché non s’affermerà pienamente il rispetto della vita più fragile e innocente».
Monsignor Sanguineti ha poi richiamato alla memoria dei presenti le parole pronunciate da Madre Teresa di Calcutta l’11 dicembre 1979 durante la cerimonia di conferimento del Nobel per la pace: «Io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa. E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: “Anche se una madre dimenticasse il suo bambino, io non ti dimenticherò. Ti ho inciso sul palmo della mano”. Siamo incisi nel palmo della sua mano, così vicini a Lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che “Persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile, ma perfino se si potesse dimenticare, io non ti dimenticherò”. E oggi il più grande mezzo, il più grande distruttore della pace è l’aborto. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me?». (Riproduzione riservata)
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