In piazza con tante domande
Milano, oltre 2mila persone per dire “no” al green pass e “sì” alle terapie domiciliari. Attimi di tensione con i giornalisti ai quali i manifestanti hanno gridato: “Perché non date tutte le notizie?"
Aggiornamento del 01/08/2021, ore 11.30: la Questura ha stimato una presenza di circa 10mila persone alla manifestazione di sabato 31 luglio 2021 a Milano. Il dato è riportato da Ansa, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano e Il Giorno.
No al green pass, no all’obbligo vaccinale, sì alle terapie domiciliari, sì alle riaperture. Oltre duemila persone hanno sfilato oggi pomeriggio per le strade del centro di Milano al grido di “Libertà”. Tanto è vivo il ricordo per il dottor Giuseppe De Donno, padre della terapia con il plasma iperimmune, tanto sono accesi i cori contro i giornalisti, definiti «terroristi», e contro il premier Mario Draghi e il ministro Roberto Speranza.
Le manifestazioni contro il green pass si sono tenute nelle principali città italiane anche sabato 24 luglio, ma non hanno conquistato spazio sulle testate giornalistiche, se non per alcuni episodi spiacevoli avvenuti proprio ai danni dei giornalisti. Sono state un flop tutte le manifestazioni? Ci sono stati solo episodi violenti? Per scriverne su “Notturno” era necessario essere presenti, e così è stato.
La manifestazione ha inizio intorno alle 17.30 in piazza Fontana. Alle 17 la piazza inizia a riempirsi, qualche manifestante si avvicina ai giornalisti e chiede le testate di appartenenza. «Dite tutta la verità – dice una signora rivolgendosi ai colleghi della Rai –, sabato scorso avete fatto vedere solo pochi esagitati ma eravamo migliaia a manifestare pacificamente».
Il corteo parte alla volta di piazza Duomo, diventando via via sempre più nutrito. I cori, scanditi da alcune persone dotate di megafono, sono: «Libertà», «Giù le mani dai bambini», «Giornalisti terroristi», «Verità e giustizia per De Donno», e alcuni più volgari contro il premier Draghi. Il corteo si avvicina alla Galleria Vittorio Emanuele II, ma viene fermato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, allora devia verso via Santa Margherita e raggiunge Palazzo Marino.
La sosta sotto il palazzo è più lunga, ma senza strumentazione audio non c’è modo di comunicare a tutti i presenti un messaggio: ripartono i cori e continuano fino al Tribunale, dove molti manifestanti mostrano striscioni con scritto «In memoria del dottor De Donno, vittima di un sistema malvagio». La manifestazione torna in piazza Duomo e lì si conclude. Presenti persone di tutte le età, anche famiglie con bambini piccoli, forse la fascia meno rappresentata è quella 18/30 anni.
Alcune persone discutono con i giornalisti presenti, e a questo punto emergono più chiaramente le istanze che hanno portato a scendere in strada: «Noi chiediamo ai giornalisti di tornare a fare i giornalisti – dice una signora –, da due anni il dibattito pubblico è stato silenziato. Ogni voce critica è stata emarginata, basta vedere cos’è accaduto al dottor De Donno. Perché in televisione non vengono mai intervistati i medici delle terapie domiciliari? Perché in televisione non si parla degli effetti avversi dei vaccini?».
Una vicina aggiunge: «Tanti miei amici sono andati a vaccinarsi tenendo le dita incrociate, alcuni hanno avuto effetti avversi anche seri. È questa la medicina miracolosa che deve salvarci tutti? Così miracolosa che le persone vanno a vaccinarsi sotto ricatto, per paura di perdere il lavoro? Così miracolosa che i medici vaccinatori sono scudati penalmente?».
Volendo rispondere alle domande presentate a inizio pezzo: oggi non è stato un flop, soprattutto considerando l’assenza di politici o personaggi noti fra organizzatori e ospiti, e oggi non c’è stata violenza fisica contro i giornalisti, anche se il clima di diffidenza (e, a volte d’odio manifesto) deve far riflettere.
Sono tante le domande che risuonano fra i manifestanti, ed è giusto che vengano raccolte e riprese. Eccole: «Perché non c’è dibattito? Perché in tv, in radio e sui giornali si sente sempre e solo una campana? Perché non affiancare la campagna vaccinale con la promozione delle terapie domiciliari? Perché ancora oggi si parla di “tachipirina e vigile attesa”? Perché il vaccino è presentato come un grande atto di bene comune, ma se una persona avanza dubbi allora merita di essere esclusa dalla comunità? Perché si registrano così tante pressioni sui minori, ai quali già ora viene detto che non potranno tornare a scuola in presenza senza vaccino? Perché non si ascoltano anche le ragioni delle migliaia di operatori sanitari che stanno rischiando lo stipendio pur di opporsi alla vaccinazione?». Sul modello francese, gli organizzatori annunciano manifestazioni a oltranza nelle prossime settimane. (Riproduzione riservata)
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