Kaylene Breeding, perché la persona non è un oggetto
Rina Raphael, giornalista, svela il lato oscuro della fecondazione assistita e dell’utero in affitto: quali effetti collaterali, fisici e psicologici, per le donne? La dignità della vita violata
«Non c’è somma di denaro che possa compensare il dolore che provo adesso». Kaylene Breeding ha 36 anni, lavora nel settore dell’aeronautica, ma quando aveva vent’anni ha deciso di vendere i propri ovuli, una scelta della quale solo ora comprende fino in fondo le conseguenze. Lo ha fatto convinta di compiere un gesto profondamente altruistico, fin dall’adolescenza infatti aveva ascoltato gli appelli per la donazione di ovuli, appelli che in Oregon venivano trasmessi addirittura in radio, tra una canzone e l’altra. A raccontare la sua storia è Rina Raphael, giornalista indipendente che collabora con New York Times, L.A. Times, Fast Company. Kaylene Breeding ha messo a disposizione i propri ovuli sei volte, le prime due con un rimborso spese e le ultime quattro con un compenso variabile tra i 7.500 e i 9mila dollari. Le sue sei “donazioni” hanno portato alla nascita di due gemelli, venduti a una coppia omosessuale in Israele.
Oggi Kaylene Bre…