La libertà grigia
IL COMMENTO Cresce il dibattito attorno alla sentenza della Corte Suprema, ma le argomentazioni non sono ammesse. I cittadini sono trattati come adolescenti sull’orlo di una crisi di nervi
Le reazioni italiane alla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sono l’ultimo strappo nel cielo di carta di un dibattito pubblico più grigio che mai. I partiti confermano l’adesione alla narrazione dominante, con Enrico Letta (PD) che parla di «una scelta sconcertante che non aveva nessuna motivazione» e con Matteo Salvini (Lega) che aggiunge: «quando si parla di aborto l'ultima parola spetta alla donna». Parole di comodo, che rinunciano ad affrontare il cuore della questione, trattando (per l’ennesima volta) cittadini ed elettori come adolescenti sull’orlo di una crisi isterica.
Sono messaggi compulsivi, lanciati a ripetizione attraverso testate giornalistiche, interviste in televisione e post social, messaggi creati per parlare alla pancia delle persone suscitando rabbia verso un nemico (in questo caso la Corte Suprema) e desiderio di combattere per non meglio precisati diritti (in questo caso il diritto all’aborto). La Corte Suprema è il male, è leg…