La Nota deve essere superata
EDITORIALE La bocciatura del protocollo “paracetamolo e vigilante attesa” segna un nuovo distacco: il “sì” della Chiesa alla campagna vaccinale di massa non ha più legami con la realtà
Non è solo l’obbligo vaccinale per gli over 50 ad apparire più debole dopo la sentenza del Tar del Lazio, che ha bocciato il protocollo ministeriale ormai noto come “tachipirina e vigile attesa”: a vacillare è anche il “sì” che la Chiesa cattolica ha detto in merito ai vaccini anti covid contaminati dall’aborto. Al di là dei problemi medici infatti, vi sono problemi etici che stanno alla base della campagna vaccinale di massa, problemi che solo in parte sono stati risolti dalla Nota della Congregazione per la dottrina della fede del 21 dicembre 2020. Tutti e quattro i vaccini attualmente in commercio contro il covid hanno utilizzato linee cellulari da feti abortiti, chi solo per la sperimentazione (Pfizer e Moderna), chi anche per la produzione (AstraZeneca e Johnson&Johnson).
Nel dicembre 2020 la CDF ha pubblicato una Nota con la quale, per la prima volta, ha dichiarato «moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione». Questa è la parte del documento che è stata ripresa da tutte le principali testate giornalistiche, ma il “sì” della Congregazione non era uno sdoganamento totale, bensì un’approvazione parziale (e temporanea) a patto che si verificassero alcune condizioni: grave emergenza sanitaria, rifiuto esplicito dell’aborto e dell’utilizzo di linee cellulari, impegno nel chiedere alle case farmaceutiche di spostare la produzione verso farmaci etici, assenza di alternative.
Con la bocciatura del protocollo “paracetamolo e vigilante attesa”, il Tar del Lazio ha riconosciuto (per la seconda volta) il valore delle terapie domiciliari, di cure dunque che possono essere fornite a casa, fin dai primi sintomi, utilizzando farmaci in commercio da anni e facilmente acquistabili presso qualsiasi farmacia. A fronte di questo ulteriore dato, cos’altro tiene in piedi nel 2022 la Nota 21/12/20 della CDF? Non si è più nella situazione di grave emergenza sanitaria nella quale si trovava l’Italia a febbraio/marzo 2020, e ci sono alternative valide che consentono ai cittadini di scegliere.
Non solo: il documento, poco diffuso e male spiegato, ha creato spaccature profonde: la maggior parte dei fedeli ne ignora ancora oggi l’esistenza, alcuni credono che il tema delle linee cellulari sia “una fake news messa in giro dai no vax”, altri ancora hanno preso il Magistero, la Nota e le interviste del Papa in tema vaccini e hanno realizzato una miscellanea personale a seconda della propria situazione. In questo contesto caotico, le case farmaceutiche premono senza sosta affinché l’utilizzo di linee cellulari sia definitivamente accettato, strizzando l’occhio a un mercato dei tessuti fetali che già macina guadagni a sei zeri.
Urge dunque vigilare affinché la sperimentazione scientifica riconosca i limiti dell’etica e torni a mettere al centro il bene comune; si tratta di un impegno di primaria importanza per la Chiesa, ma fondamentale anche per le istituzioni democratiche e per il giornalismo (“cane da guardia della democrazia” cit.). Con la convinzione, fotografata da Giovanni Paolo II nell’enciclica “Evangelium Vitae”, che se la politica non si impegna a tutelare la vita sempre, in modo particolare quando è più fragile e indifesa, ogni altro diritto decade o diventa facile specchietto per le allodole in mano all’ideologia dominante. (Riproduzione riservata)
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