La Rai non lasci Mosca
Notturno si unisce all’appello lanciato dalla giornalista Antonella Napoli: «Per raccontare la guerra bisogna essere sul campo, vedere con i propri occhi ciò che accade»
«In seguito all’approvazione della normativa che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità, a partire da oggi la Rai sospende i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa». Questa la comunicazione fornita dall’Ufficio stampa della Rai sabato 5 marzo 2022, nella quale si legge: «La misura si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione relativa al Paese. Le notizie su quanto accade nella Federazione Russa verranno per il momento fornite sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’Azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia». La decisione ha suscitato preoccupazione e sconcerto tra molti addetti ai lavori.
Fra i primi a prendere posizione pubblicamente contro questa decisione Antonella Napoli, giornalista, direttore responsabile di “Focus on Africa”, che sul proprio profilo Twitter ha scritto: «La decisione della Rai di sospendere i servizi dei corrispondenti dalla Russia è assurda. Siamo alla follia. Sì è passati dalla censura del regime al regime dell’autocensura. Una scelta che sconcerta, vicenda tutta da chiarire e che non si può e non si deve considerare chiusa. Per raccontare la guerra bisogna essere sul campo, vedere con i propri occhi ciò che accade, perché un giornalista questo fa. Non aspettando i comunicati ufficiali dei militari. Io in Sudan ci sono andata sapendo che rischiavo di essere arrestata, come è successo. E lo rifarei».
Mi unisco all’appello della collega Antonella Napoli: la Rai non lasci Mosca. Il giornalismo va dove la Storia si scrive per osservare, comprendere, raccontare e analizzare. La drammaticità della situazione odierna impone un’informazione deontologicamente corretta e coraggiosa, perché solo così i cittadini possono conoscere ciò che sta accadendo in Ucraina e in Russia, solo così i cittadini possono farsi un’opinione, solo così i cittadini possono decidere. In un clima sempre più teso, nel quale anche rappresentanti delle istituzioni e della stampa dimenticano le responsabilità del proprio ruolo, il giornalismo ha il diritto e il dovere di occupare lo spazio del dibattito pubblico esercitando la libertà d’informazione e di critica «limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede».
Preoccupa la diffusione della censura come soluzione alla disinformazione: in passato, proprio la censura è stata arma preziosa per la propaganda, braccio intellettuale e comunicativo dei regimi di qualsiasi colore. Il giornalista, come ricorda ancora il nostro Testo unico dei doveri, «difende il diritto all’informazione e la libertà di opinione di ogni persona; per questo ricerca, raccoglie, elabora e diffonde con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti; rispetta i diritti fondamentali delle persone e osserva le norme di legge poste a loro salvaguardia». Le informazioni false si smentiscono con le notizie: non con la censura, non con l'autocensura. La Rai non rinunci al proprio ruolo. (Riproduzione riservata)
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