Michele Santoro, lezione di giornalismo
Ospite di Giovanni Floris a diMartedì, il giornalista attacca la narrazione a senso unico sulla campagna vaccinale: “Un patto tiene insieme comunicatori, scienziati e politici”
«I giornalisti dovrebbero controllare quello che fanno i politici, e dovrebbero anche controllare quello che fanno gli scienziati. Ma se i giornalisti, da agenti di controllo, si trasformano in comunicatori, allora abbiamo un unico patto che tiene insieme giornalisti, scienziati e politici». Non ha dubbi Michele Santoro, giornalista, intervistato da Giovanni Floris a diMartedì il 25 maggio 2021: alla crisi sanitaria, economica, sociale e politica infatti, si lega una profonda crisi del giornalismo, che ha portato le grandi testate ad adeguarsi a una linea editoriale comune, non ammettendo alcun diritto di critica.
Floris incalza, ricordando che i giornalisti «vanno a prendere i documenti a Oxford», Santoro ribatte: «Ma scusa, tu puoi accettare che in un telegiornale non vedi mai uno che non è d’accordo con la campagna vaccinale? Ma ci sarà, nel 30% degli italiani che non sono d’accordo, qualcuno che quando arriva il giornalista del tg dice “no, no, io non mi voglio vaccinare”? Com’è possibile?».
Non è (ancora) abbastanza chiaro cosa intende Michele Santoro? La risposta di Floris fuga ogni dubbio: «Ma se parli del globo terrestre, devi necessariamente avere un terrapiattista in studio?». Eccola la narrazione a senso unico, ecco “il disegnino” che la spiega anche a chi fatica a riconoscerla. Di fronte ai nuovi vaccini anti covid, non esiste altra posizione ammissibile dell’essere a favore. Chi esita è un terrapiattista. Parola di Giovanni Floris. Chi esita è un disoccupato, con basso livello d’istruzione, che vive in aree rurali. Parola di Repubblica.
Non esistono problemi etici, la coscienza va silenziata, non esistono problemi medici, la scienza richiede un atto di fede assoluta, non esistono problemi politici, la nostra era la Costituzione più bella del mondo, ma ormai è invecchiata. A quanto pare male.
Ora, i limiti di certi talk show sono evidenti da anni. Per svago intellettuale però, si provi a immaginare una puntata dedicata ai problemi etici dei vaccini (derivanti dall’utilizzo di linee cellulari da feti abortiti): come verrebbe strutturata? Il titolo molto probabilmente sarebbe: “Vaccini: le fake news che fanno paura”. Ospiti? Quattro. Due virostar favorevoli ai vaccini con tanto entusiasmo da far pensare (solo ai maligni) a qualche interesse speciale, un giornalista che considera gli esitanti dei terrapiattisti, e un ospite che solleva il problema etico. L’ospite, che si troverà solo con tutti contro (conduttore compreso), sarà o un personaggio eccentrico, invitato apposta per svilire il tema che rappresenta, o una persona autorevole, alla quale però sarà tolto il diritto di parola dopo pochi secondi, in modo che venga sommerso da tutti gli altri partecipanti.