Milva: “E di colpo venne il mese di febbraio”
IN BREVE “Alexanderplatz” (Cohen-Battiato-Pio) è uno dei più grandi successi della Rossa, descrive la sua voce e la sua personalità. Ma fotografa anche la solitudine in un mondo straziato dalla guerra
«E di colpo venne il mese di febbraio, faceva freddo in quella casa. Mi ripetevi: “Sai che d’inverno si vive bene come di primavera?” Sì sì, proprio così». È la voce di Milva a irrompere nell’aria, tra il sussurrato e il recitato, il primo di febbraio. Il brano è “Alexanderplatz”, traccia numero uno dell’album “Milva e dintorni” (Ricordi, 1982), e porta le firme di Alfredo Cohen, Franco Battiato e Giusto Pio. Una canzone perfetta per la Rossa perché consente alla sua voce di giocare con la recitazione nelle strofe e di esplodere in potenza nel ritornello, perché parla di un Paese nel quale la Pantera di Goro è diventata presto una star indiscussa, e ancora perché dopo il ritiro dalle scene del 2010 anche Milva, come Marlene, come vera principessa, ha aspettato all’angolo. Con la serenità di chi sa di aver dato al palcoscenico tutto ciò che poteva dare, con quel misto di determinazione irrinunciabile al silenzio e straziante nostalgia degli applausi.
“Alexanderplatz” canta la malinconia di una solitudine aggravata dai venti della guerra. È l’inquietudine ineluttabile di un’anima che avverte tutta la fragilità del mondo e cammina sola nella notte come in una concitata fuga dai pensieri che la inseguono. Una canzone amaramente bella, profonda, la canzone più giusta da ascoltare il primo di febbraio. Rigorosamente in versione live. (Riproduzione riservata)
Per restare sintonizzato su “Notturno” clicca su “Iscriviti”. “Notturno” vive grazie ai lettori: se ti abboni sostieni il lavoro giornalistico della newsletter e ottieni l’accesso completo all’archivio. Riceverai inoltre, ogni settimana, un contenuto riservato agli abbonati. Puoi cancellare la tua iscrizione in qualsiasi momento cliccando su “Unsubscribe”.