Moderna, il “vaccino anticancro” sui giornali
La stampa italiana rilancia l’annuncio della casa farmaceutica e intervista esperti che confermano la portata della notizia: «Sarà un vaccino sicuro ed efficace, grazie al covid accorciati i tempi»
«Avremo il vaccino per il cancro e sarà altamente efficace e salverà centinaia di migliaia, se non milioni di vite. Penso che saremo in grado di offrire vaccini contro il cancro personalizzati contro diversi tipi di tumore a persone in tutto il mondo». Queste le parole pronunciate da Paul Burton, direttore medico di Moderna, intervistato dal quotidiano britannico Guardian l’8 aprile 2023. Nel giro di pochi giorni, la notizia è rimbalzata sulle principali testate giornalistiche mondiali. Come stanno raccontando i giornali italiani l’annuncio di Moderna? Vi sono interessanti analogie con la presentazione dei farmaci sperimentali anti covid, va segnalata inoltre la compattezza nella pubblicazione degli articoli: quasi tutti portano la data dell’11 aprile 2023. Ma gli elementi d’interesse nella linea editoriale (uniforme) non finiscono qui. Di seguito, ecco alcuni passaggi ritenuti particolarmente rilevanti.
Martedì 11 aprile 2023 Vito Salinaro su Avvenire scrive: «Al di là dell’annuncio di Moderna, che andrà suffragato da ulteriori e corposi dati, che saranno attentamente valutati dagli enti regolatori di tutto il mondo, sembra davvero che questi anni possano garantire una rivoluzione, in parte già in atto, contro molte malattie, cancro in testa. Immunoterapia, terapia genica e vaccini sono termini destinati a diventare familiari nel trattamento della seconda causa di morte del mondo occidentale (dopo le malattie cardiovascolari)».
L’11 aprile 2023 l’agenzia Agi interpella Giuseppe Novelli, genetista dell'Università di Tor Vergata, che invita alla prudenza e spiega: «Gli RNA sono instabili e perché abbiano effetto è necessario far fronte a questo problema come si è riusciti a fare nella lotta alla COVID. In più bisogna che gli interventi siano mirati. Se il problema è nel cervello non possiamo mandare in giro un RNA per tutto il corpo rischiando di far danno da qualche altra parte. In più nel caso dei tumori la prospettiva non è quella di un vaccino generalizzato contro tutte le forme tumorali. Ma di vaccini specifici per singolo tumore e soprattutto per singola persona».
Il 12 aprile 2023 il TG Zero, di Radio Capital, intervista telefonicamente Roberto Burioni e il docente di Virologia e Microbiologia al San Raffaele di Milano afferma: «L’annuncio è eccezionale ma anche atteso nell’ambiente. Una delle cose belle della scienza, oltre al fatto che ha salvato alcune decine di milioni di vite col vaccino anti covid e ci ha permesso di tornare alla vita normale, è che da una innovazione poi ne arrivano tante altre. Prendiamo ad esempio le batterie: hanno consentito i telefonini, i computer portatili e la loro evoluzione ha permesso tante comodità di cui oggi usufruiamo tutti. La stessa cosa è accaduta con il vaccino anti covid, abbiamo sviluppato un vaccino a tempo di record, quello che richiedeva decenni ha richiesto poche settimane. Questo ha aperto delle frontiere che fino a poco tempo fa erano fantascienza».
L’11 aprile 2023 l’Ansa ricorda quanto fatto da Moderna contro il covid-19 e spiega: «Per il virus sinciziale, in particolare, il vaccino ha mostrato un'efficacia dell'83,7% nel prevenire almeno due sintomi, tosse e febbre, negli over 60. Ciò che è stato fatto con i vaccini anti-Covid, precisa Moderna, ha consentito alla ricerca sui vaccini contro il cancro di procedere in fretta, tanto che l'equivalente di 15 anni di progressi sono stati raggiunti in soli 12-18 mesi».
L’11 aprile 2023 Tiziana Moriconi parla di «rivoluzione» su Repubblica e scrive: «Con la pandemia, la tecnologia basata sul RNA messaggero, nata proprio nell'ambito della ricerca di un vaccino contro il cancro, ha avuto un'accelerazione incredibile: c'è chi ritiene che in un anno e mezzo si siano compressi i progressi di 15 anni. Diciamo subito che parliamo di vaccini terapeutici (non preventivi, quindi), ma che funzionano con la stessa filosofia e con i medesimi meccanismi: insegnano cioè al sistema immunitario a riconoscere il "nemico", che sia un virus, un batterio, una cellula tumorale già presente o molecole alla base di altre patologie».
L’11 aprile 2023 Mara Magistroni su Wired spiega che: «Sebbene ai non addetti ai lavori possa essere sembrato che i vaccini a mRna siano stati una sorta di coniglio tirato fuori dal cappello, la tecnologia era in fase di sviluppo da almeno tre decenni e i primi studi nel settore risalgono a più di mezzo secolo fa. L’Rna messaggero (o mRna, appunto) è un acido nucleico che nelle cellule trasferisce informazioni. Gli scienziati hanno imparato a usarlo con lo stesso fine per creare vaccini innovativi: l’mRna sintetizzato in laboratorio e contenuto nel vaccino è il codice che corrisponde alla proteina estranea (antigene del patogeno, per esempio), che la cellula può costruire, imparare a riconoscere e combattere».
Stralci di articoli da conservare e da rileggere fra qualche anno, o forse già fra qualche mese. Solo allora sarà possibile misurare la distanza tra annuncio e realtà, dunque anche tra comunicazione e informazione. (Riproduzione riservata)
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Beh, io non ci credo troppo, abbiamo visto cosa è successo con quelli x il Covid, restrizioni, licenziamenti, effetti avversi, decessi improvvisi, che tuttora continuano. Se ci pensiamo, quelli dell'Agenda 2030 l'han studiata ben x eliminare parte dei popoli e continuano nel loro intento. Chi vivrà vedrà. E tantissimi auguri caro Giacomo x questo splendido lavoro d'informazione libera, che il 2⁰ anniversario la incoraggi ad andare avanti sempre meglio. Grazie.