Mylène Farmer, fascino oscuro
FOCUS Viaggio nella carriera della “Madonna francese”: grandi hit e imponenti concerti sono scenografia di messaggi (espliciti e subliminali) inquietanti. Il filo rosso? Sesso, religione e morte
Uno stadio sold out, un palco imponente, una hit che ha venduto milioni di copie, una coreografia studiata e riproposta da ballerini di tutto il mondo e lei, la cantante francese che da quasi trent’anni domina le classifiche del Paese dei Lumi: Mylène Farmer. Classe 1961, nata a Pierrefonds-Roxboro in Québec, ma cresciuta in Francia dall’età di 8 anni, Mylène Farmer ha debuttato nel 1984 (con il singolo “Maman a tort”) e si è subito conquistata la corona di regina della musica pop francese (il primo, grande successo è stato il singolo “Libertine”, del 1986). Il suo nome d’arte è ispirato a Frances Farmer, attrice statunitense che visse tra il 1913 e il 1970, forse nota più per la sua vita privata che per la sua carriera cinematografica, cadde infatti in un terribile vortice di autodistruzione costellato di alcool e droghe, fino all’annientamento totale nell’indifferenza cinica di Holliwood. Soprannominata Ange Rouge, l’angelo rosso, Mylène Farmer è spesso definita “la Madonna francese…