Nel 2020 in Italia minacciati 495 giornalisti
Ossigeno per l’informazione pubblica i dati per IDEI 2021: «Questi episodi rappresentano soltanto la punta dell’iceberg». Perché i dati dell’osservatorio non vengono ripresi dalle istituzioni?
Le restrizioni imposte dal Governo per fermare la diffusione del covid-19 non hanno fermato le intimidazioni ai giornalisti. Lo conferma Ossigeno per l’informazione: nel 2020 in Italia sono stati minacciati 495 giornalisti, erano stati 472 nel 2019. I dati di Ossigeno sono stati diffusi oggi in vista della Giornata Mondiale dell’ONU per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti (IDEI), che si celebra il 2 novembre.
Ossigeno per l’informazione, osservatorio (non governativo) giornalisti minacciati e notizie oscurate con la violenza, ricorda che questo numero è solo la punta dell’iceberg, ovvero «la parte del fenomeno che una piccola squadra di esperti è riuscita a osservare con sufficiente chiarezza, vincendo la ritrosia delle stesse vittime di minacce e abusi a fornire informazioni su queste vicende».
Sulle 495 segnalate, sono ben 366 le violazioni “Verificate”, ovvero quelle sottoposte al rigoroso metodo di verifica applicato dalla squadra dell’osservatorio: «Un esame particolarmente approfondito (facts-checking) per certificarne la fondatezza e per verificare che gli operatori dell’informazione che ne sono stati vittime abbiano operato nel rispetto delle regole deontologiche che regolano la professione giornalistica».
Le regioni italiane nelle quali si sono verificate più minacce ai danni dei giornalisti sono le stesse del 2019: Lazio, Campania e Sicilia. Gli avvertimenti sono stati la minaccia più frequente (56% dei casi), seguiti da aggressioni (20%), abuso di denunce e azioni legali (15%), danneggiamenti (8%) ed episodi di ostacolato accesso all’informazione (1%). Nonostante più volte risuoni, anche da realtà istituzionali, l’allarme per le cattive condizioni della libertà di stampa in Italia, solo l’osservatorio di Ossigeno per l’informazione monitora quotidianamente tutte le segnalazioni, verificandone il numero maggiore possibile, offrendo assistenza (anche legale) ai giornalisti colpiti, stilando proposte per impedire nuovi ostacoli all’informazione.
Un esempio? La Piattaforma sulla libertà di stampa del Consiglio d’Europa per il biennio 2018-2019 ha segnalato 20 minacce contro i giornalisti italiani. Sempre per il biennio 2018-2019, il Ministero dell’Interno ha segnalato 157 minacce contro i giornalisti italiani. Nello stesso biennio Ossigeno per l’Informazione ne ha segnalate 533, mentre per il quinquennio 2015-2019 Ossigeno ha pubblicato 1886 violazioni commesse in Italia (65 volte più delle 29 pubblicate sulla Piattaforma).
Alberto Spampinato, fondatore e direttore di Ossigeno per l’informazione, commenta: «Come in passato, i dati di Ossigeno per il 2020 segnalano un numero di minacce notevolmente superiore rispetto al numero segnalato per lo stesso periodo da altri centri di osservazione nazionali e internazionali. Questa differenza è dovuta soprattutto ai seguenti fattori: Ossigeno è un osservatorio indipendente, non governativo, che applica un Metodo di Osservazione scientifico codificato e ampiamente sperimentato, tiene sotto osservazione una parte più ampia del fenomeno osservando tutte le violazioni del diritto di informazione sancito dall’articolo 10 della Convenzione Europea per i diritti dell’uomo, inoltre impiega una squadra di osservatori esperti più numerosa che opera con continuità».
Il 3 novembre 2021 si tiene a Siracusa la tavola rotonda “Come mettere fine all’impunità per i reati contro i giornalisti”. Il convegno è organizzato dall’associazione Ossigeno per l’Informazione insieme all’UNESCO. Il Quirinale ha concesso all’iniziativa la Medaglia del Presidente della Repubblica. Il settimanale L’Espresso è media partner dell’iniziativa. È possibile seguire l’evento sul canale YouTube ufficiale di Ossigeno per l’informazione. (Riproduzione riservata)
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