New York: riconosciuta l’obiezione di coscienza
Diciassette operatori sanitari contro l’obbligo perché i vaccini utilizzano linee cellulari da feti abortiti. Il giudice: «Il Dipartimento della salute non può interferire con l’esenzione religiosa»
Il giudice David Hurd, della Northern District Court of New York, ha emesso un’ordinanza restrittiva temporanea a tutela degli operatori sanitari, contro l’obbligo dell’inoculazione del vaccino anti covid. Lo Stato di New York stava infatti avviando sospensioni e licenziamenti di medici e infermieri contrari ai vaccini per motivi religiosi nonostante la legge federale riconosca l’obiezione di coscienza.
Ne ha dato notizia Life News con una breaking news, riportando alcuni stralci dell’ordinanza restrittiva e annunciando nuovi pronunciamenti per i prossimi giorni. ABC News fornisce ulteriori dettagli: «Il giudice David Hurd ha emesso l'ordine dopo che 17 professionisti della sanità hanno promosso un’azione legale per affermare che i loro diritti sono stati violati con un obbligo di vaccino che ha negato le esenzioni».
A sostegno della loro richiesta i 17 sanitari coinvolti hanno presentato ampia documentazione che conferma il legame con l’aborto di tutti i vaccini anti covid attualmente in commercio: Pfizer e Moderna hanno utilizzato linee cellulari da feti abortiti per la sperimentazione, Johnson&Johnson anche per le fasi di produzione. Il vaccino AstraZeneca (linee cellulari sia per sperimentazione che per produzione) non è ancora stato approvato in America.
I sanitari hanno presentato ricorso in forma anonima, sotto pseudonimo, perché temono «il rischio di ostracizzazione, minacce di danni, licenziamento immediato e altre ritorsioni se i loro nomi venissero conosciuti». Si sa che tra questi 17 professionisti vi sono medici, infermieri, un tecnico di medicina nucleare, un fisioterapista e altre figure del settore sanitario. Tutti hanno dichiarato di voler rifiutare qualsiasi cooperazione con l’aborto.
Il giudice Hurd ha sancito che: «Il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti non può interferire con le concessioni di esenzione religiosa dai vaccini anti covid».
Si riaccende così il dibattito in America sui problemi etici dei vaccini anti covid, dibattito che in realtà non si è mai spento. Nonostante il silenzio delle testate giornalistiche europee, ad alzare la voce contro i vaccini contaminati dall’aborto erano stati alcuni vescovi, già nel marzo 2021. L’arcidiocesi di New Orleans aveva invitato i cattolici a rifiutare il vaccino Johnson&Johnson: «L'ultimo vaccino di Janssen / Johnson & Johnson è moralmente compromesso poiché utilizza la linea cellulare derivata dall'aborto nello sviluppo e nella produzione del vaccino, nonché nei test».
Il 2 marzo 2021 la diocesi di Bismarck aveva pubblicato un comunicato nel quale affermava: «Il vaccino recentemente approvato (FDA 2-27-2021) prodotto da Janssen / Johnson & Johnson ha utilizzato linee cellulari derivate dall'aborto nella progettazione, sviluppo, produzione e test di laboratorio».
Da ciò, consegue l’impossibilità per i cattolici, e per chi ha a cuore la difesa della vita, di accettarlo: «Questo vaccino Janssen / Johnson & Johnson è moralmente compromesso e quindi inaccettabile per qualsiasi medico o operatore sanitario cattolico da dispensare e per qualsiasi cattolico da ricevere a causa del suo collegamento diretto con l'atto intrinsecamente malvagio dell'aborto – si legge ancora nel comunicato della diocesi di Bismarck –. Nessuno dovrebbe usare o ricevere questo vaccino, ma non c'è giustificazione per nessun cattolico a farlo». La diocesi ricordava inoltre che il vaccino non può essere imposto: «Come sempre, nessuno è tenuto a ricevere questo vaccino, ma rimane una decisione individuale e informata».
Sempre il 2 marzo, i vescovi Kevin C.Rhoades di Fort Wayne-South Bend, presidente del Comitato per la dottrina della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB), e Joseph F. Naumann di Kansas City in Kansas, presidente dell'USCCB Committee on Pro-Life Activities, avevano rilasciato una dichiarazione nella quale invitavano i cattolici a rifiutare J&J e a preferire i vaccini Pfizer e Moderna, una sorta di “male minore”, dato che l’utilizzo di linee cellulari da feti abortiti si limita alla fase della sperimentazione.
Nuove prese di posizione si sono registrate le scorse settimane da parte dei vescovi del South Dakota e del Colorado (vedi archivio di “Notturno”), che hanno espresso pubblicamente il proprio sostegno all’obiezione di coscienza, riconoscendo il legame con l’aborto di tutti e tre i vaccini attualmente in commercio. Indipendentemente dalle fasi di sperimentazione e/o produzione, scrivono i vescovi del South Dakota, c’è «il dovere morale generale di rifiutare interventi medici che dipendono in qualche modo da linee cellulari derivate dall'aborto». E ancora: «Il diritto alla libertà di coscienza e alla libertà religiosa si fonda sulla dignità intrinseca della persona umana». (Riproduzione riservata)
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