No, Repubblica, no
Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari conferma il matrimonio fra classismo e ideologia. Ma il giornalismo è un’altra cosa
«Escludendo coloro che non possono immunizzarsi per motivi di salute, il profilo dello scettico italiano è il seguente: è uomo, ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, è disoccupato; ha un livello educativo mediamente basso; ha una salute molto buona e vive in aree rurali. Ma soprattutto si informa perlopiù tramite social media. Ma non è l’unico profilo».
Repubblica ha vinto. Ancora una volta, il quotidiano fondato nel 1976 da Scalfari riesce a vincere la sfida contro la deontologia. Contro l’obbligo, per il giornalista, di cercare la verità e diffonderla. I sintomi del pensiero unico sono lampanti: di pandemia si può scrivere solamente pescando dal campo semantico del terrore, di vaccini si può scrivere solamente immergendosi nel campo semantico della battaglia escatologica. Il dio vaccino contro il demone del virus.
Poco importa che fuori dagli hub vaccinali ci siano ogni giorno file di persone spinte da paura, informazione mainstream, speranza di vacanze. Poco importa che a chiedere loro cosa pensino dell’utilizzo di linee cellulari da feti abortiti strabuzzino gli occhi, che confondano vaccinazione con immunizzazione, che non conoscano nulla degli effetti avversi a medio e lungo termine (a onor del vero nemmeno le case farmaceutiche li conoscono ancora), che siano convinti dell’esistenza di leggi che impongono obbligo vaccinale e green pass e covid manager ai matrimoni.
Poco importa che la stragrande maggioranza degli “scettici italiani” siano persone che da mesi leggono, si informano, si confrontano, scendono in piazza, pretendono risposte che non arrivano. Poco importa che gli “scettici italiani” siano annoiati e delusi da dibattiti con domande preconfezionate e risposte ciclostilate in proprio. Siano esausti del teatrino dei virologi in tv, siano asfissiati dalle domande che li raggiungono h24 dai conoscenti: «Ti sei prenotato? Quale fai? Hai già richiesto il green pass? Lo sai che se ti vaccini aiuti gli altri?».
Parentesi: quanto ci sarebbe da scrivere su questa improvvisa valanga di altruismo, su questa melensa retorica della difesa delle persone più fragili. Parole che arrivano in ritardo di anni, parole che calpestano con cinismo le vite di Terri Schindler (qui non la chiameremo Schiavo), Eluana Englaro, Charlie Gard, Alfie Evans, Vincent Lambert, Pippa Knight, e chissà quanti altri. Chiusa parentesi.