“Occhio alla musica che non si fa scordare più”
IL COMMENTO Contagi covid: polemiche per il concerto dei Maneskin a Roma, silenzio per quello di Vasco Rossi. Ambiente: censura per l’impatto ecologico del Jova Beach Party 2022
È stato confermato il concerto dei Maneskin in calendario il prossimo 9 luglio a Roma, nella cornice del Circo Massimo. Secondo le prevendite sarebbero attese circa 70mila persone. Negli ultimi giorni si era parlato di un possibile rinvio a causa della nuova crescita dei contagi covid, con Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che lancia l’allarme: «In tutta Italia abbiamo i pronto soccorso che esplodono a causa del covid. Rispetto alla stessa settimana di luglio dello scorso anno abbiamo 100 volte in più di contagi e ricoveri 4 volte superiori».
Alberto Chiriatti, vice segretario regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Lazio, si era detto contrario al concerto: «Non ho nulla contro i Maneskin, ma penso che in questa situazione le occasioni di assembramento andrebbero evitate, perché un concerto in cui entreranno in stretto contatto 70 mila giovani senza mascherina è foriero di molti contagi». Posizione più flessibile quella del presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, che insieme ad altri medici ha invitato i giovani che parteciperanno al concerto a indossare per tutta la durata dell’evento la mascherina ffp2.
Il dibattito ha coinvolto sui social i fan della band, che hanno sottolineato come per il concerto di Vasco Rossi al Circo Massimo dell’11 e 12 giugno 2022 non si sia sollevato alcun polverone. Lo stesso silenzio sui contagi ha caratterizzato il concerto di Vasco ad Ancona del 26 giugno scorso. Il 4 luglio 2022 Lorenzo Sconocchini, su il Corriere Adriatico, scrive: «Se la curva dei contagi continua a salire, anche ieri quasi 2mila nuovi positivi nelle Marche, non prendetevela con il concerto di Vasco Rossi».
Che la pericolosità del covid sia inversamente proporzionale alla potenza dell’ufficio stampa del cantante? Una cosa è certa: gli ecologisti (e gli opinionisti che contano), negli ultimi due anni quasi quotidianamente sulle prime pagine dei giornali in difesa della Terra, subiscono molto il fascino di Jovanotti. Non si spiega altrimenti la censura che ha caratterizzato l’impatto ecologico del concerto in programma il 9 luglio a Marina di Ravenna. Per consentire il maxi concerto sulla spiaggia, infatti, è stato abbattuto un filare di 65 metri di tamerici. Ma la notizia è stata ignorata dalle principali testate giornalistiche almeno fino a oggi, quando le polemiche sul concerto dei Maneskin hanno riacceso i riflettori sul calcolo costi/benefici di questi mega concerti. Mega per dimensioni del palco, per decibel, per numero di spettatori, e via dicendo. Eventi, dunque, che lasciano inevitabilmente una traccia sull’ecosistema nel quale irrompono.
Francesca Biagioli, su Greenme, scrive: «In questi giorni sta facendo particolarmente scalpore quanto accaduto a Marina di Ravenna dove, per far spazio al Jova Beach Party, è stato tagliato un filare di ben 65 metri di tamerici. Da qui il sommovimento di tutte le persone che hanno a cuore l’ambiente. Ma come? Siamo alle prese con i cambiamenti climatici, la siccità, ecc. dovremmo piantare alberi ogni giorno per rendere più verdi i nostri spazi e Jovanotti (che si professa ambientalista) permette un tale scempio?». Come ricostruisce Biagioli, quello di Marina di Ravenna non è un caso isolato, perché l’intero tour è progettato per fare tappa sulle più belle spiagge italiane. L’impatto sul delicato ecosistema in termini di inquinamento ambientale, acustico e luminoso è un dettaglio macroscopico che non può essere sfuggito agli organizzatori e allo stesso cantante, che più volte ha preso posizione in difesa dell’ambiente.
Qualcuno, malignamente, potrebbe anche ricordare la presa di posizione di Jovanotti in favore del vaccino (foto sui social durante inoculazione e scritta “Sono un ragazzo vaccinato”), con un atteggiamento confuso (e condiviso da molti vip) riguardo obblighi e restrizioni. Si è assistito a numerosi cambi di “linea editoriale”, basti pensare ai continui allarmi e inviti a non fare assembramenti, immediatamente svaniti se l’assembramento è per un proprio concerto. Un po’ come i giornalisti che camminano tra i 70mila spettatori del Jova Beach Party armati di microfono con l’asta per mantenere le distanze, a fronte di una marea umana accalcata, sudata e urlante da ore. Tra contraddizioni e ipocrisie, lo star system mostra il proprio vero volto. Ma la stampa non riesce a fotografarlo. (Riproduzione riservata)
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