Pandemia e disinformazione – Parte 2
L’analisi della giornalista Martina Pastorelli: «Oggi per governare basta dettare, uniformare, controllare il racconto per cittadini trasformati in pubblico telecomandato dalla narrazione dei media»
«I giornali vendono sempre meno: negli ultimi quindici anni hanno perso due terzi dei lettori. Il fatto che nessuno li legga potrebbe anche farci dire “ben gli sta”, ma in realtà li rende ancora più dipendenti. Quindi c’è un tema economico, con media bisognosi di benevolenza legislativa, e c’è anche una personale sudditanza ideologica di buona parte dei professionisti dell’informazione».
Cos’è l’informazione “derivata”? Parte da qui la seconda pillola video su informazione in tempo di pandemia, a cura della giornalista Martina Pastorelli. Nella prima puntata è stato analizzato il ruolo dei media di fronte all’emergenza sanitaria: da cani da guardia della democrazia, i giornali sono diventati cani da riporto del potere. Hanno scelto di censurare le domande e di delegittimare i dubbi, ha spiegato Martina Pastorelli, e hanno offerto all’opinione pubblica una narrazione manipolata e parziale. Ma qual è oggi la vera natura dei media mainstream? A chi rispondono le più importanti testate giornalistiche del mondo? (Riproduzione riservata)
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