Paola & Chiara: nuovo singolo, vecchia storia
IL COMMENTO Online “Solo mai”, l’inedito delle sorelle Iezzi che evoca un domani fatto di uguaglianza e libero dalla religione. Un’idea non propriamente originale, già smentita da papa Benedetto XVI
Venerdì 22 dicembre 2023 è uscito “Solo mai”, il nuovo singolo di Paola & Chiara, duo pop atteso al Festival di Sanremo 2024 al timone del PrimaFestival. C’è un passaggio nel testo della canzone che risulta molto interessante: «E sogno ancora di un domani dove saremo tutti uguali e non avremo più bisogno di avere un dio». Le sorelle Iezzi sembrano ispirarsi a “Imagine” di John Lennon (uscito l’11 ottobre 1971), sognano un futuro nel quale tutti gli uomini saranno uguali e vivranno insieme in pace. Immagine tanto bella quanto nebbiosa e sfruttata.
Fatta salva la melodia, il brano è esattamente ciò che un fan di Paola & Chiara potrebbe desiderare, con quel mix unico (va loro riconosciuto) di nostalgia e contemporaneità, la sensazione è quella di un ticket (obbligatorio) alla narrazione dominante: cosa c’è di più conformista dell’evocare una vacua uguaglianza tra gli uomini? Cosa c’è di più politicamente corretto di invocare un futuro senza religione? Forte ed empatico, certo, il senso di vicinanza e protezione che si vuole trasmettere nel ritornello, ma una volta rimosse le radici chi rimane a fare ombra per scacciare la solitudine? Con sorpresa si scopre che papa Benedetto XVI aveva già replicato a questo immaginario dorato ma distopico nell’omelia Santa Messa di Mezzanotte del 24 dicembre 2012.
Ecco cosa diceva papa Ratzinger: «Con la gloria di Dio nel più alto dei cieli è in relazione la pace sulla terra tra gli uomini. Dove non si dà gloria a Dio, dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non c’è neppure pace. Oggi diffuse correnti di pensiero asseriscono il contrario: le religioni, in particolare il monoteismo, sarebbero la causa della violenza e delle guerre nel mondo; occorrerebbe prima liberare l’umanità dalle religioni, affinché si crei poi la pace; il monoteismo, la fede nell’unico Dio, sarebbe prepotenza, causa di intolleranza, perché in base alla sua natura esso vorrebbe imporsi a tutti con la pretesa dell’unica verità. È vero che, nella storia, il monoteismo è servito di pretesto per l’intolleranza e la violenza. È vero che una religione può ammalarsi e giungere così ad opporsi alla sua natura più profonda, quando l’uomo pensa di dover egli stesso prendere in mano la causa di Dio, facendo così di Dio una sua proprietà privata. Contro questi travisamenti del sacro dobbiamo essere vigilanti. Se un qualche uso indebito della religione nella storia è incontestabile, non è tuttavia vero che il “no” a Dio ristabilirebbe la pace. Se la luce di Dio si spegne, si spegne anche la dignità divina dell’uomo. Allora egli non è più l’immagine di Dio, che dobbiamo onorare in ciascuno, nel debole, nello straniero, nel povero. Allora non siamo più tutti fratelli e sorelle, figli dell’unico Padre che, a partire dal Padre, sono in correlazione vicendevole».
Papa Benedetto XVI mette in guardia dalla retorica di un futuro idilliaco perché libero da Dio: «Che generi di violenza arrogante allora compaiono e come l’uomo disprezzi e schiacci l’uomo lo abbiamo visto in tutta la sua crudeltà nel secolo scorso. Solo se la luce di Dio brilla sull’uomo e nell’uomo, solo se ogni singolo uomo è voluto, conosciuto e amato da Dio, solo allora, per quanto misera sia la sua situazione, la sua dignità è inviolabile. Nella Notte Santa, Dio stesso si è fatto uomo, come aveva annunciato il profeta Isaia: il bambino qui nato è “Emmanuele”, Dio con noi (cfr Is 7,14). E nel corso di tutti questi secoli davvero non ci sono stati soltanto casi di uso indebito della religione, ma dalla fede in quel Dio che si è fatto uomo sono venute sempre di nuovo forze di riconciliazione e di bontà. Nel buio del peccato e della violenza, questa fede ha inserito un raggio luminoso di pace e di bontà che continua a brillare». Gli slogan funzionano nelle canzoni, sembra dire il pontefice, ma la vita è un’altra cosa. (Riproduzione riservata)
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