Pavia: in centinaia per Andy Rocchelli
Grande partecipazione di pubblico alle iniziative per ricordare il fotoreporter ucciso in Ucraina il 24 maggio 2014. Tante voci, un unico messaggio: «Mantenere viva la memoria, raccontare la verità»
«Le armi date all’Ucraina arrivano anche nelle mani di chi ha ucciso Andy Rocchelli. Che cosa vuol dire filo-putiniano? Questa comunicazione non si può più chiamare giornalismo, è propaganda». Il 24 maggio 2024 il grido di Vauro è risuonato nei giardini del Museo Kosmos di Pavia, giardini gremiti da oltre trecento persone per l’evento “Libertà d’informazione, diritti umani, giustizia”, organizzato dalle Volpi Scapigliate e dalla famiglia Rocchelli. La conferenza è stata moderata da Danilo De Biasio, Fondazione Diritti Umani. Forte l’intervento di Vauro, che ha detto: «Pochi sanno dell’esistenza di un telegramma di Volodymyr Zelensky con il quale il presidente dell’Ucraina si complimenta con Sergio Mattarella e Giuseppe Conte per l’assoluzione di Vitaly Markiv. Perché i nostri presidenti non hanno reagito con sdegno a questo messaggio? Perché si tace oggi delle forze naziste che già dal 2014 crescevano in Ucraina?».
Beppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo 21, ha tuonato contro chi parla di “posto sbagliato” per Andy Rocchelli, Andrej Mironov e William Roguelon: «I giornalisti vanno là dove la Storia si scrive, erano nel posto giusto, ed erano là per noi, per consentirci di conoscere». Stella Pende, che ha definito Andrea Rocchelli il proprio «figlio professionale più importante», ha ricordato aneddoti intensi e leggeri degli anni condivisi lavorando a “Confessione reporter”. «Andy – ha detto la giornalista – aveva un’espressione apparentemente immutabile, in realtà percepiva e viveva tutto il dramma delle notizie che scoprivamo e dovevamo documentare».
Lucia Goracci, inviata speciale Rai, ha raccontato quando le è stato chiesto di riconsegnare alla famiglia Rocchelli il computer di Andrea: «Sono stata nella camera dove dormiva Andy, ho parlato con i suoi colleghi, lui non era nel posto sbagliato, era dove stavamo tutti per raccontare le notizie. Poi ho preso il suo computer, non l’ho aperto, l’ho portato a Elisa e Rino. Non sono stata giornalista in quel momento, lo so, ma l’emozione ha avuto il sopravvento. È stata una consegna che non posso dimenticare».
Alessandra Ballerini, avvocato della famiglia Rocchelli, ha riletto i passaggi più significativi della sentenza di secondo grado, lanciando un invito ai giornalisti: «Pubblicate ovunque questi passaggi della sentenza, perché qui c’è la ricostruzione storica accurata di quanto è avvenuto il 24 maggio 2014, con il riconoscimento della responsabilità ucraina».
Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, ha aggiunto: «Quello di Andy è stato un omicidio, non ci sono altre parole per descriverlo. Invito tutti i colleghi a indossare la spilla commemorativa realizzata da Vauro e dalle Volpi Scapigliate, indossatela anche mentre siete al lavoro, sarà un modo per tenere viva la memoria e supportare la ricerca di verità e giustizia».
Alle ore 16, monsignor Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ha celebrato una Messa in memoria di Andy nella cappella del seminario vescovile di Pavia, luogo particolarmente caro al fotoreporter. Nell’omelia il vescovo, già rettore del seminario pavese, ha ricordato il valore della testimonianza nel lavoro di Andy. La Messa è stata animata dalle Volpi Scapigliate con canti scout.
Al mattino, oltre 130 studenti delle scuole superiori di Pavia hanno partecipato alla conferenza “Dieci anni senza Andy Rocchelli”, moderata da Giacomo Bertoni, giornalista inviato da Ossigeno per l’informazione alle udienze del processo. Durante l’incontro con gli studenti di Pavia William Roguelon, unico sopravvissuto, ha raccontato quanto accaduto il 24 maggio del 2014.
Oltre ai ricordi degli amici, riportati da Stefano Ferrari, e dei colleghi Alessandro Sala (Cesura) e Giuseppe Borello (autore con Andrea Sceresini di “La disciplina del silenzio”), ci sono state le voci di Anna Dichiarante, giornalista de L’Espresso, e di Andrea Zanoncelli, pm nel processo di primo grado per l’uccisione di Andy Rocchelli. «Si parla sempre più spesso dell’ingresso dell’Ucraina in Europa – ha detto Zanoncelli –, ma c’è un grande vuoto di verità che deve essere sanato. È bello sapere che, nonostante il silenzio della politica, ci sono Ossigeno, Cesura, le Volpi, la famiglia di Andy, ci siete voi giovani. Ogni anno a questi eventi partecipano più persone dell’anno precedente, la memoria di Andy si diffonde».
La mancata collaborazione dell’Ucraina è stata sottolineata anche negli interventi di Anna Dichiarante, Vauro e Alessandra Ballerini. I giardini del Museo Kosmos sono rimasti aperti fino a mezzanotte con presentazioni e musica dal vivo. (Riproduzione riservata)
Per restare sintonizzato su “Notturno” clicca su “Iscriviti”. “Notturno” vive grazie ai lettori: se ti abboni sostieni il lavoro giornalistico della newsletter e ottieni l’accesso completo all’archivio. Riceverai inoltre, ogni settimana, un contenuto riservato agli abbonati. Puoi cancellare la tua iscrizione in qualsiasi momento cliccando su “Unsubscribe”.