Pfizer e cellule fetali: notizie sgradite
Un’inchiesta giornalistica indipendente svela nuovi dettagli sull’utilizzo di tessuti fetali per i vaccini anti covid. «L’azienda chiede ai dipendenti di non divulgare queste informazioni»
Evitare che le informazioni riguardanti l’utilizzo di linee cellulari da feti abortiti per sperimentazione e produzione dei vaccini anti covid escano dall’azienda e arrivino all’opinione pubblica. È questo l’ordine che, secondo alcune fonti interne alla multinazionale, la dirigenza di Pfizer ripeterebbe con maggiore solerzia ai dipendenti. Il timore, che traspare dalle comunicazioni interne, è che una notizia del genere possa infastidire i cittadini, convincendoli a non sottoporsi alla vaccinazione.
A diffondere la notizia è The National Pulse, sito americano che realizza inchieste giornalistiche indipendenti e che vive grazie agli abbonamenti dei lettori. Il tema è trattato anche in “Project Veritas”, maxi inchiesta realizzata per fare luce sui problemi etici e medici dei vaccini anti covid attualmente in commercio.
Grazie a una fonte interna a Pfizer sono state diffuse mail sull’utilizzo di tessuti fetali. In una, firmata da Philip Dormitzer, direttore scientifico, si legge: «Le cellule HEK293T, utilizzate per il test IVE, derivano in definitiva da un feto abortito. D'altra parte, il comitato dottrinale vaticano ha confermato di considerare accettabile l'immunizzazione dei credenti prolife».
Il riferimento qui è alla Nota della Congregazione per la dottrina della fede del 21 dicembre 2020, con la quale la Chiesa ammette l’utilizzo di vaccini contaminati dall’aborto ma solo in caso di grave emergenza, assenza di alternative e a fronte di una presa di posizione contro l’aborto da esplicitare al medico vaccinatore. La Nota invita anche a fare pressione affinché le case farmaceutiche spostino la produzione verso vaccini etici. Va inoltre ricordato che la Nota non parla solo ai credenti prolife, ma a tutti i cattolici. E parla anche a tutti i non credenti che pure hanno sensibilità per la difesa della vita.
Pfizer questo lo sa bene, come si evince dalla preoccupazione nascosta nelle rigide regole di comunicazione: se tutti i cittadini fossero informati sull’utilizzo di tessuto fetale per sperimentazione e/o produzione, quanti abbandonerebbero l’idea di vaccinarsi?