Roccella contestata e lo specchietto per le allodole
Annullata la conferenza del Ministro dopo due ore di cori al grido di: «Fuori i fascisti dal Salone». L’indisponibilità della vita umana è oggi sinonimo di regime, giovani attivisti vittime e complici
«Roccella sei il potere, abituati alla contestazione. Sei un potere conservatore, abituati alla contestazione, sei un potere retrogrado, abituati alla contestazione. Hai tv di Stato, privata, apparati informativi ministeriali e ruolo politico: sei tu che hai il potere». Così Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage, commenta Eugenia Roccella, Ministro per le pari opportunità e la famiglia, costretta ad annullare la propria conferenza pubblica al Salone del Libro di Torino. Poche decine di persone, attivisti di “Extinction Rebellion” e di “Non una di meno”, sono riuscite a silenziare il Ministro, grazie anche allo spiaggiamento di Nicola Lagioia, direttore del Salone. Cosa gridavano gli attivisti? «Fuori i fascisti dal Salone». Fascista sarebbe Eugenia Roccella, colpevole di non promuovere aborto, eutanasia e utero in affitto. Alla meglio gioventù che gridava slogan ciclostilati in proprio, urge ricordare che l’indisponibilità della vita umana non è una posizione fascista.