San Siro, la festa di Pavia
Il 9 dicembre la città si ferma per il santo patrono. L’appuntamento più atteso è alle 18 in cattedrale per il pontificale con il vescovo. Tradizioni da non perdere? Panini del santo e San Sirini
Aggiornamento del 9 dicembre 2022, ore 11.00: don Gianpietro Maggi, parroco del duomo, ha comunicato poco fa a Notturno che sono 80mila i panini di San Siro distribuiti in cattedrale per tutta la giornata di oggi.
Il 9 dicembre la chiesa di Pavia celebra la solennità di San Siro, patrono della città e della diocesi. E la città tutta si ferma per rinnovare una tradizione che culmina alle ore 18 in duomo, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Corrado Sanguineti. La diocesi ricorda: «San Siro fu il primo vescovo di Pavia in un arco di anni imprecisato attorno al 350. Dopo aver evangelizzato, santificato e governato questa santa Chiesa pavese per diversi anni quale primo maestro, sacerdote e pastore, morì il 9 dicembre e fu sepolto nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. Nel secolo IX il suo corpo fu traslato nella cattedrale dal vescovo Sant’Adeodato».
Il corpo del santo è custodito nella cappella di San Siro, così descritta sul sito della cattedrale: «L’altare in marmo e alabastro, realizzato da Tommaso Orsolino tra il 1645 e il 1650 per la cripta, è stato trasferito nella chiesa nel 1900 ma ha trovato la collocazione definitiva dopo la costruzione del transetto destro (1933). Sulla fronte del dossale è rappresentata la Vergine con il Bambino che consegna a Siro le chiavi della città, mentre gli angeli reggono i suoi simboli (croce astile, libro dei Vangeli, cesto con pani e pesci). Sul lato opposto, quasi in controparte per giocare con le trasparenze dell’alabastro, san Siro regge sulle braccia la città per affidarla alla Vergine. La mensa marmorea presenta sul davanti il miracolo evangelico della Moltiplicazione dei pani e dei pesci, a far memoria della leggenda, cronologicamente impossibile, ma carica di suggestione, che identifica Siro con il fanciullo che fornì a Cristo i pani e i pesci per il miracolo. Ai lati, entro nicchie, le figure di due discepoli di Siro: Marziano e Maternino, che sarebbero diventati rispettivamente i primi vescovi di Tortona e di Treviri. I resti di Siro, rivestito dei paramenti episcopali, sono collocati in un’urna di cristallo e metallo dorato tempestato di pietre, eseguita nel 1879 da Gerolamo Moneta su disegno di Biagio Grondona».
A Pavia il 9 dicembre non si lavora. Gli uffici sono chiusi e anche molti negozi, in modo particolare quelli storici gestiti da commercianti pavesi, abbassano le serrande in anticipo per l’appuntamento delle 18 in cattedrale. Durante il pontificale il vescovo offre alla città il suo messaggio. Si tratta di un’omelia particolarmente lunga, ascoltata non solo dai fedeli ma anche dalle principali autorità civili della città, che partecipano alla Messa solenne.
Raggiunto da Notturno, don Gianpietro Maggi, parroco del duomo, racconta: «Al pontificale sono invitate tutte le autorità civili, religiose e militari della città. Durante l’offertorio il sindaco e i paratici portano all’altare l’olio per la lampada che arderà all’altare del santo per tutto l’anno».
La celebrazione si conclude con la processione del vescovo e di tutti i sacerdoti della diocesi davanti all’altare di San Siro. Qui viene cantato l’inno: «O Siro glorioso, Siro dal ciel mandato, pastore consacrato da Pietro santo. Noi quaggiù tuoi figliuoli cantiamo i tuoi onori, tu scalda i nostri cuori d’amor divino. Il popolo riceve la seminata fede, si fa figlio ed erede del Re del Cielo. Tu sei quel giovinetto che con tue proprie mani due pesci e cinque pani porgesti a Cristo. Su dunque almo pastore proteggi i tuoi figliuoli e indirizza i nostri voli al Paradiso».
Al termine del pontificale è possibile prendere, con un’offerta libera che sarà devoluta alla Caritas diocesana, i panini di San Siro. A Notturno don Gianpietro Maggi spiega: «Il pane è offerto dall’associazione dei panificatori. Ogni panificatore della città prepara grandi sacchi di pane e li consegna qui in duomo. Già alle 7 del mattino i volontari sono all’opera per smistare il pane e preparare i primi sacchetti per i fedeli». Durante la giornata del 9 dicembre sono migliaia i pavesi che entrano in duomo, il lavoro dei volontari prosegue senza sosta fino a sera. È tradizione prendere un panino e portarlo a chi non ha potuto partecipare in presenza al pontificale. La celebrazione sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube della diocesi di Pavia.
Accanto al programma religioso vi è quello civile: la mattina del 9 dicembre il Comune consegna le benemerenze di San Siro, la massima onorificenza conferita dalla città. E la tradizione continua anche a tavola con il San Sirino, il dolce tipico della festa. Si tratta di un piccolo pan di Spagna al cacao dalla forma rotonda, bagnato con il Rum, contenente una crema delicata di burro alla nocciola e ricoperto da una glassa di cioccolato. Con una glassa bianca di zucchero viene poi scritto “S. Siro” sulla superficie. Tutte le pasticcerie e le panetterie di Pavia mettono in vendita questi dolci già alcuni giorni prima del 9 dicembre e continuano a venderli anche dopo ma senza la scritta “S. Siro”. (Riproduzione riservata)
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