Santo Natale 2021, al bando l’odio
Si chiude un anno difficile, segnato da un crescente conflitto orizzontale, ma il Mistero di questa notte può sanare anche le ferite più profonde. Auguri ai lettori di Notturno, auguri a tutti noi
E se avesse ragione papa Benedetto XVI? Il 24 dicembre 2012, nell’omelia della Messa di Mezzanotte a San Pietro, il pontefice ora emerito ricordava: «Se la luce di Dio si spegne, si spegne anche la dignità divina dell’uomo. Allora egli non è più l’immagine di Dio, che dobbiamo onorare in ciascuno, nel debole, nello straniero, nel povero. Allora non siamo più tutti fratelli e sorelle, figli dell’unico Padre che, a partire dal Padre, sono in correlazione vicendevole».
Il dubbio, seppur laico e privo di ambizioni teologiche, non può che presentarsi in questa vigilia 2021. Le strade sono tornate a riempirsi, i negozi non traboccano più di persone ma i commercianti fortunati hanno una lunga fila di clienti ordinatamente in attesa fuori dalla porta, i carrelli nei supermercati sono pieni di cibo in vista di pranzi e cene in compagnia. Eppure manca qualcosa: i sorrisi, imprigionati dalle mascherine, fanno fatica a esplodere, e gli occhi, tanti occhi, svelano una stanchezza inedita.
Gli ultimi due anni sono stati difficili e molto diversi: nel 2020 ci si è riscoperti uniti contro un pericolo comune, nel 2021 invece l’ombra del nemico è stata proiettata tra le persone. Colleghi, amici, parenti, famiglia: legami si sono lacerati a causa di un conflitto orizzontale sapientemente orchestrato. Oggi, 24 dicembre 2021, l’adrenalina scende e si avverte il dolore dei graffi. Al di là delle scelte fatte, al di là dei premi o delle rinunce che le proprie scelte hanno comportato, di fronte al Mistero che accade a Natale ci si rende conto della miseria dell’odio.
Sì, l’odio è misero. È subdolo, è contagioso, è pericoloso, ma è anche stupido, sterile e apoptotico. L’odio rende schiavi perché limita la libertà di pensiero e di parola, concentrandosi come un mostro famelico e irrazionale contro un nemico inesistente, ma soprattutto perché ha bisogno sempre di un nuovo obiettivo da distruggere, per questo spinge continuamente alla ricerca di un nuovo padrone che indichi chi o cosa colpire. L’odio presuppone lo spegnimento del pensiero critico e dell’umanità, l’odio spinge ad augurare il male per poi ritrovarsi circondati da solitudine o da compagnia apparente e interessata. Quanto odio è stato sparso nel Paese in questi ultimi mesi, spesso camuffato da solidarietà o ricerca del bene comune, e ora si scopre che non ha portato alcun frutto, anzi, sta facendo ammalare ogni pianta che raggiunge.
Allora forse ha davvero ragione Benedetto XVI quando dice: «Che generi di violenza arrogante allora compaiono e come l’uomo disprezzi e schiacci l’uomo lo abbiamo visto in tutta la sua crudeltà nel secolo scorso. Solo se la luce di Dio brilla sull’uomo e nell’uomo, solo se ogni singolo uomo è voluto, conosciuto e amato da Dio, solo allora, per quanto misera sia la sua situazione, la sua dignità è inviolabile». Allora forse vale davvero la pena scrollarsi di dosso tutte le menzogne per tornare a perdersi nella contemplazione di un Mistero che va oltre la comprensione umana.
Un Mistero che chiama lo sguardo verso il Cielo, ma allo stesso tempo apre strade nel deserto qui sulla Terra. Per chi ha una fede salda forse è più semplice, perché il Natale è la venuta dell’Emmanuele, il Dio con noi, ma la luce di questa notte è una notizia verificata che raggiunge tutti “gli uomini e le donne di buona volontà”, per utilizzare un’espressione particolarmente felice del Concilio Vaticano II. Non conta il numero delle finestre, anche da un piccolo oblò la luce può scacciare le tenebre. Non conta il numero dei graffi ricevuti o provocati, conta con quanta cura ora si inizia a medicarli. Senza perdere più tempo, perché la guerra fra persone care è pericolosa tanto quanto la guerra fatta con gli eserciti.
Ancora soccorrono le parole di papa Benedetto XVI: «Andiamo di là, a Betlemme, dice la liturgia della Chiesa oggi a noi. Trans-eamus traduce la Bibbia latina: “attraversare”, andare di là, osare il passo che va oltre, la “traversata”, con cui usciamo dalle nostre abitudini di pensiero e di vita e oltrepassiamo il mondo meramente materiale per giungere all’essenziale, al di là, verso quel Dio che, da parte sua, è venuto di qua, verso di noi».
Un augurio speciale ai lettori di Notturno: avete creduto in questo nuovo progetto e con le vostre iscrizioni e i vostri abbonamenti lo state aiutando a crescere. A voi, e a tutti coloro i quali capitano su questo articolo per caso, i miei più cari auguri di un Santo Natale. Giacomo (Riproduzione riservata)
Per restare sintonizzato su “Notturno” clicca su “Subscribe” e iscriviti. “Notturno” vive grazie ai lettori: se ti abboni sostieni il lavoro giornalistico della newsletter e ottieni l’accesso completo all’archivio. Riceverai inoltre, ogni settimana, un contenuto riservato agli abbonati.
Leggi anche
Buon Natale ! 💫
Buon Natale Giacomo, Twitter mi ha dato la possibilità di conoscerti, nonostante l’attuale definitiva sospensione, il social non potrà mai togliermi questo onore e leggerti!