Severus Piton, rimangono i cuori
IL COMMENTO Il Male può anche distruggere tutto, ma non può avere l’ultima parola sul mondo. È forse questo il tesoro più prezioso che la saga di Harry Potter lascia ai lettori. Stasera, su Italia1
Il cuore dell’uomo non è fatto per l’usa e getta, non è fatto per il finito, non è fatto per il compromesso. Inutile insistere, inutile ingolfarlo con orpelli brillanti e promesse allettanti: l’impronta trascendente del cuore rimane geneticamente incompatibile con l’immanenza del quotidiano. Chi meglio di Severus Piton ne conosce l’essenza? Con “Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2” si chiude questa sera, dalle 21.20 su Italia1, la maratona dedicata alla grande saga di J. K. Rowling. È la battaglia finale, è la resa dei conti dopo la tormentata ascesa del Male, ma è anche l’occasione per scoprire lati nascosti di persone che si credeva di conoscere appieno. Vale per Albus Silente, vale per James Potter, vale per Severus Piton. La potenza della storia non è solo nella vibrante creazione di vite (qualcosa di più di “personaggi”), bensì nell’esplosione di umanità che chiude la saga e rimane nel lettore come il tesoro più prezioso.
Quando il Male lavora nell’ombra per prendere il potere si pone un primo obiettivo: dividere. Questa è l’arma più potente di Voi-Sapete-Chi, perché la lacerazione dei legami di amicizia e solidarietà e stima indebolisce la società trasformando la comunità in una massa di pedine singole, manipolabili. Eliminabili. Chi si oppone al grigiore della dittatura è solo, isolato, indifeso, chi si adegua per paura o superficialità non trova confronto, aiuto né possibilità di risveglio, chi si adegua per interesse spegne la coscienza e perde la possibilità di riconoscere l’orrore. Tutti ci perdono, perché la realtà costruita dal Signore Oscuro nasce già destinata alla sconfitta. Come potrebbe vivere a lungo un’idea fondata sul Male? Come potrebbe generare vita un potere fondato sulla Morte?