Silenzi da rompere
Sono milioni gli italiani contrari all’introduzione del green pass, eppure le loro istanze non trovano spazio sui media mainstream. Il bene comune?
Questa mattina a Trieste, mentre portuali e cittadini venivano colpiti con idranti, lacrimogeni e cariche, nell’aria si diffondeva un silenzio assordante. Mentre lavoratori seduti a terra, alcuni in preghiera, venivano portati via con la forza, mentre donne, studenti e anziani venivano colpiti con idranti sparati ad altezza uomo, mentre i lacrimogeni colpivano alle spalle il corteo che si allontanava dal porto, non una voce si levava in loro solidarietà.
Un politico, un magistrato, un giornalista, un intellettuale, un artista, un sindacalista, un vescovo. A parte la dura presa di posizione di Francesca Donato, europarlamentare ex Lega, che ha parlato di «repressione vergognosa» e ha espresso solidarietà «ai lavoratori del porto di Trieste e ai cittadini al loro fianco che sono le prime vittime della deriva autoritaria che in tanti abbiamo paventato e denunciato e che oggi si concretizza con le cariche della polizia», il silenzio elettorale è stato rispettato con una solerzia inedita.
Anche in queste ore, mentre migliaia di cittadini protestano pacificamente in Piazza Unità, le voci dell’intellighenzia che conta tacciono, i salotti televisivi censurano o commentano con malcelata soddisfazione lo sgombero, gli influencer con spunta blu ricordano che fino a quando non c’è “la mattanza” non è vera dittatura.