Silenzio, parla Venezia
Le calli invase dagli smartphone accesi: qualcuno filma, qualcuno fa una videochiamata, tutti fotografano. Eppure, solo senza schermi né rumore l'animo è libero di meravigliarsi per la bellezza
Mi sono innamorato di Venezia da piccolo, leggendo "Il re dei ladri" di Cornelia Funke (Mondadori). L'ho visitata per la prima volta un dicembre freddo e nebbioso di qualche anno fa, perdendomi di notte tra ponti e palazzi. La ritrovo ora nel pieno di una giornata agostana: i turisti sono ovunque, nei canali il via vai di gondole è senza soluzione di continuità, il vociare racconta decine di Paesi diversi. I veri protagonisti sono gli smartphone, costantemente accesi. Qualcuno filma ogni centimetro del percorso, riprendendo anche tutti i passanti che gli capitano a tiro, qualcuno mostra la città ad amici lontani con una videochiamata, quasi tutti scattano a ripetizione. Clic! Clic! Clic! Riguarderanno poi le centinaia di foto o le archivieranno sull’ennesima chiavetta?
Gli sguardi sono filtrati dagli schermi dei dispositivi elettronici. Venezia è lì, a un palmo dal naso, ma tra la sua bellezza e la meraviglia che è in grado di generare nell’anima del viaggiatore …