Un anno senza Milva
IL COMMENTO Il 23 aprile 2021, dopo dieci anni di lontananza dal palcoscenico, moriva la Rossa. Il suo pubblico ancora la cerca e oggi spera di trovarla nell’«eco di un canto che va a Lloret»
«E ti cerco per le strade, nelle case al mare e dentro al jukebox». È passato un anno dalla scomparsa di Milva, la Rossa, l’ultima diva dal fascino mitteleuropeo, e i suoi ammiratori (“amici”, come preferiva chiamarli lei) non hanno mai smesso di ricordarla con post social e con visite al cimitero di Blevio, alla sua tomba affacciata sul Lago di Como. In fondo, la Pantera di Goro aveva già abituato il proprio pubblico a una presenza impalpabile, da quando nel 2010 aveva scelto di ritirarsi dalle scene e di aspettare «all’angolo come Marlene».
Così ora Milva è «alle porte di Sirio», è vicina alle «colonne dell’oblio», è «in cima a quelle scale interne della piramide di Cheope», è «sul ciglio di un precipizio», è tra i bagliori di «quei miracoli di sole al Bosforo», è nell’«eco di un canto che va a Lloret», Milva oggi è «la sola figura in attesa nel porto di Brest». Vicina eppure lontanissima, la Rossa oggi non è irraggiungibile, ma per trovarla bisogna imbarcarsi in un viaggio «no time no space».
Certo, bisogna uscire dai salotti televisivi che contano, bisogna abbandonare le classifiche dei singoli più trasmessi in radio, bisogna superare le pagine di una critica musicale troppo spesso spiaggiata sui comunicati stampa delle case discografiche. Bisogna volare sopra la narrazione semplicistica dominante e lasciarsi ispirare da una domanda: «Tu come mai non senti nostalgia?».
C’è qualcosa che va oltre gli slogan preconfezionati riproposti ogni giorno, c’è una sete d’infinito che il potere catartico dell’arte forse non può dissetare, ma può rendere comprensibile. «Io capisco chi ha cercato le sirene, chi ha potuto il loro canto amare», sussurra Milva mentre con lo sguardo «avvolge il mare», ma non è sola: attraverso la voce raccoglie il «turbinio dei sensi» di chi ascolta, lo rapisce per un viaggio che troppi dischi non sono più capaci di organizzare.
È passato un anno dalla scomparsa di Milva e questa impazienza di orizzonti più ampi rimane come l’eredità più preziosa. Fra le note e le parole di Brecht, Merini, Faletti, Jannacci, Piazzolla, Berio, Piaf, Theodorakis, Vangelis, Mikroutsikos e molti altri, si possono ritrovare le tessere di un mosaico che ha ancora molte figure da svelare. Dopo tanta ricerca magari basta voltarsi indietro, «E la Rossa è lì a cantar».
A chi desidera approfondire l’argomento si segnalano anche i seguenti articoli dal blog Il parco di Giacomo:
Milva: frammenti di una storia da riscoprire
Milva, tu come mai non senti nostalgia?
Milva oggi è libera (Riproduzione riservata)
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