Un segno (di speranza) da non dimenticare
Il 13 marzo 2020 il vescovo di Pavia invitava i parroci a tenere le chiese aperte nonostante la sospensione delle Messe con concorso di popolo. A mezzogiorno, la benedizione sul piazzale
«Mi sembra un segno bello di speranza che le porte siano aperte e che chi vuole sostare un momento in preghiera, lo possa fare». Era il 13 marzo 2020, monsignor Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, annunciava che le chiese sarebbero rimaste aperte nonostante la sospensione delle Messe con concorso di pubblico. «Ci siamo sentiti come vescovi lombardi e abbiamo convenuto di lasciare le chiese aperte, come segno per la gente – spiegava il vescovo, scrivendo alla diocesi e alla città –. Ritengo più opportuno non esporre in questi giorni il Santissimo Sacramento nelle chiese. Vi propongo e suggerisco, infine, un gesto semplice che potrebbe essere fatto domenica prossima, a mezzogiorno, e anche quotidianamente, come sta avvenendo in varie parrocchie italiane: ciascun parroco o rettore di chiesa esca sul sagrato della chiesa per impartire la benedizione con il Santissimo Sacramento a tutta la sua parrocchia, mentre suonano le campane dell’Angelus di mezzogiorno».
La benedizione quotidiana con il Santissimo Sacramento a mezzogiorno divenne così un appuntamento fisso in più di una parrocchia di Pavia. Qualcuno partecipava dalla finestra, qualcuno arrivava di persona sul piazzale della chiesa, pronto a ribadire l’importanza della libertà religiosa in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. Momenti drammatici e surreali, sospesi fra paura e speranza. Momenti che, riletti oggi, svelano storie al tempo non colte. Momenti che non devono essere dimenticati. (Riproduzione riservata)
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