Bette Davis, uno sguardo è per sempre – Parte 2
SPECIALE “Eva contro Eva”, “Che fine ha fatto Baby Jane?” e “Le balene d’agosto”: tre film per riscoprire una carriera unica. Per Notturno le recensioni del critico Massimo Giraldi
Come accostarsi a Bette Davis? Guardando i suoi film. Per Bette Davis il lavoro era tutto: alle intense emozioni e alla creatività univa un forte senso del dovere, nonché uno spirito che potremmo definire imprenditoriale. Sapeva ciò che voleva per la propria carriera, sia dal punto di vista artistico sia da quello contrattuale, e sapeva come ottenerlo. Per riscoprire questa carriera unica, Notturno consiglia tre film: “Eva contro Eva”, “Che fine ha fatto Baby Jane?” e “Le balene d’agosto”. Si tratta di pellicole estremamente diverse l’una dall’altra, girate nel corso di oltre trent’anni, che permettono allo spettatore di camminare accanto a Bette Davis dagli anni d’oro della Hollywood in bianco e nero alla dolcezza nostalgica del tramonto. Ci fa strada Massimo Giraldi, giornalista, critico e storico del cinema, che ha realizzato queste recensioni in esclusiva per la nostra newsletter.
“All About Eve” (1950): «Bette Davis ha 42 anni – racconta Massimo Giraldi – quando lavora al film “Eva contro Eva”, opera che resta una delle sue più valide e significative. Tratto da un racconto dell’attrice-scrittrice Mary Orr, il copione ha al centro Margo Channing, attrice di teatro quarantenne, la cui vita è turbata da Eve Harrington, donna giovane e intrigante che fa in modo di essere assunta come segretaria-dama di compagnia. Oltre alla pungente e brillante sceneggiatura, il film punta molto sulla intelligente regia di Joseph L. Mankiewicz e sul gruppo di attrici in scena. Che è quasi irripetibile: oltre a Bette Davis il cast annovera Ann Baxter, Thelma Ritter, Celeste Holm, George Sanders e una giovanissima Marylin Monroe. A conferma “Eva contro Eva” ottiene 14 candidature ai Premi Oscar e ne vince 6, compresi quelli per miglior film e regia, ma non quello per Bette Davis, solo candidata. Migliore attrice in quell’edizione è Judy Holliday per “Nata ieri”, che sbaraglia le altre candidate Anna Baxter, Eleanor Parker, Gloria Swanson e, appunto, Bette Davis”.
“What Ever Happened to Baby Jane?” (1962): «“Che fine ha fatto Baby Jane?” – spiega Giraldi – è un film firmato da Robert Aldrich, un progetto con non pochi rischi, anche perché imperniato su due dive di sicura fama ma ormai sul viale del tramonto: Joan Crawford e Bette Davis. Le brutte previsioni vengono tuttavia oscurate da un imprevisto successo di pubblico che dà nuovo impulso alla carriera di entrambe. E per Bette Davis arriva la decima candidatura ai Premi Oscar. La vicenda si svolge tutta in una vecchia villa di Hollywood dove le due sorelle Hudson, Blanche (Crawford) e Jane (Davis) conducono una vita da recluse. Succede che al vertice della propria carriera Blanche resta paralizzata in seguito ad un incidente d’auto di cui viene incolpata Jane. Come sempre solida e robusta, la regia di Aldrich ottiene il meglio dalle due veterane e gli scontri dialettici Crawford-Davis raggiungono toni di alta drammaticità e forte convinzione».
“The Whales of August” (1987): «“Balene d’agosto” di Lindsay Anderson – ricorda sempre Massimo Giraldi – ci mostra due anziane sorelle, Libby e Sarah. Entrambe vedove, vivono nel Maine, nella casa vicino al mare dalla quale, ogni agosto, aspettano con gioia l’arrivo delle balene al largo. Quasi cieca, Libby tratta la sorella con arroganza e prepotenza. La convivenza risulta piuttosto difficile… Presentato fuori concorso al 40° Festival di Cannes, il film resta nella storia per l’età delle protagoniste: Lilian Gish ha 94 anni mentre Bette Davis 81 anni. Per Gish, protagonista del cinema muto, musa di David Wark Griffith, si tratta dell’ultimo film di una strepitosa carriera. Bette Davis muore poco dopo, nel 1989. Film di grandi atmosfere e di forti emozioni, che l’inglese Anderson dirige con grande rispetto, ma senza fare sconti. Certamente per entrambe una chiusura ad alto livello». (Riproduzione riservata)
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