Facebook censura Aiuto alla Chiesa che Soffre
La piattaforma social ha oscurato alcuni contenuti pubblicati dalla fondazione pontificia perché giudicati “forti o violenti”. Acs ribatte: «Abbiamo turbato la pace di chi naviga solo per svago»
Contenuti rimossi e Pagina limitata nelle visualizzazioni. È successo ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, la fondazione pontificia che offre sostegno ai cristiani perseguitati nel mondo, che si è vista oscurare alcuni contenuti da Facebook. Ne dà notizia lunedì 19 giugno 2023 la fondazione stessa con un comunicato, nel quale spiega che: «Alcuni visitatori della pagina hanno deciso di segnalare otto nostri post per i contenuti ritenuti “forti o violenti”. Uno di essi conteneva la foto dei ventuno cristiani copti ortodossi uccisi nel 2015 dai jihadisti dell’Isis sulla spiaggia di Sirte, in Libia, gli stessi che papa Francesco ha deciso di inserire nel Martirologio Romano della Chiesa cattolica».
Da una prima ricostruzione dei fatti, sembra che il team di censori del social network abbia immediatamente oscurato i contenuti senza neanche verificare l’origine e l’obiettivo dei contenuti pubblicati. Spiega ancora la fondazione: «Di fatto qualcuno ha pensato “Come si permettono costoro di turbare il mio momento di relax? Li segnalo subito!” e per questo Facebook ci ha messo i bastoni fra le ruote. In che modo? Cancellando immagini e video in modo arbitrario, occultando le sofferenze (reali, non virtuali) di intere comunità cristiane e bloccando la diffusione di contenuti a scopo informativo usati da Acs per denunciare e rendere nota la condizione di milioni di cristiani che, oltre a essere perseguitati, hanno per giunta il “cattivo gusto” di trovare chi li difende, anche attraverso i social! Ciò che è più grave, quindi, è che Facebook avalli le segnalazioni giunte da qualche utente, senza curarsi del merito del nostro lavoro di sensibilizzazione».
Ora Aiuto alla Chiesa che Soffre sta cercando di fare ricorso con i responsabili della censura social, ma si scontra con il muro di gomma già sperimentato da molti (anche giornalisti) ogni volta che si diffondono notizie estranee alla narrazione dominante. La fondazione infatti conferma: «Stiamo cercando di contattare l’assistenza della piattaforma con poco successo». E lancia un appello: «L’unica soluzione attualmente possibile è quella di chiedervi di sostenere la nostra Pagina Facebook. Potete farlo con un “Mi piace” alla Pagina stessa, ai singoli post, condividendo i nostri contenuti, invitando amici a seguirci. Mentre Facebook è diligentemente impegnato nel legare il bavaglio ad ACS Italia, la nostra comunità ha, ancora una volta, l’opportunità di donare speranza ai fratelli perseguitati, senza turbare il relax di tanti apprendisti censori». (Riproduzione riservata)
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