Federconsumatori contro Twitter
Il tribunale di Roma dà ragione all’associazione: la clausola che consente al social network di censurare e limitare arbitrariamente utenti e contenuti senza giustificazioni è vessatoria
L’eliminazione e la limitazione di visibilità di contenuti su Twitter senza l’esplicitazione di giustificati motivi è un’operazione vessatoria, che viola i diritti degli utenti. Lo ha stabilito il tribunale di Roma con la sentenza di primo grado dell’11 settembre 2023, a seguito del ricorso presentato da Federconsumatori. Ora il social network di Elon Musk ha trenta giorni di tempo per adeguarsi alla pronuncia del tribunale, se non lo farà dovrà versare 800 euro per ogni inadempimento.
«Federconsumatori è convinta che il settore dei social meriti maggiore attenzione e tutele per gli utenti», ha commentato Michele Carrus, presidente Federconsumatori. Si tratta di una sentenza storica, perché da un lato impone il rispetto di diritti tutelati dalla legge italiana a una multinazionale che ha sede a Dublino, in Irlanda, e dall’altro afferma che la piattaforma non può decidere arbitrariamente di applicare la censura a utenti e contenuti senza assumersi il compito di motivare la scelta e onorare le responsabilità che essa comporta.
Federconsumatori ha messo in campo una “azione inibitoria”, strategia ideata da Federconsumatori Pavia: «Attraverso il lavoro dei nostri avvocati Tina Campari e Rodolfo Serianni abbiamo individuato alcune clausole presenti nelle condizioni generali di contratto dell'azienda non corrette – spiega a Notturno Cristiano Maccabruni, presidente di Federconsumatori Pavia –. Pertanto, ai sensi dell'art. 37 del Codice del Consumo, abbiamo chiesto attraverso l'inibitoria a Twitter di modificarle in senso più favorevole agli utenti rispettando la normativa italiana. Il tribunale di Roma ci ha dato ragione, condannando Twitter a modificare l'articolo, in base al quale l'azienda decideva se, chi, come e perché chiudere o sospendere un profilo».
Un’azione inibitoria resa urgente, spiega ancora Federconsumatori Pavia, dall’impatto dirompente dei social network sul dibattito pubblico: «I social media hanno assunto un ruolo centrale nella circolazione delle informazioni e sono diventati luogo di confronto e discussione, fra essi Twitter ha una capacità di penetrazione senza eguali. Lì si può interagire direttamente con chi si preferisce, si possono pubblicare pareri e notizie in tempo reale, è un mezzo di comunicazione potentissimo, in continua evoluzione ed espansione. Solo nel nostro Paese gli utenti attivi sono 7 milioni al mese».
Nonostante la sua natura di social network, e non di editore, Twitter decide arbitrariamente quali contenuti censurare e quali no, limitando la visibilità persino a notizie pubblicate da giornalisti. Un esempio su tutti? La limitazione di visibilità dei tweet che contengono link di articoli pubblicati su Substack, la piattaforma che ospita anche la newsletter Notturno. Una limitazione attiva ormai da mesi, che ha danneggiato (e continua a danneggiare) tanti giornalisti indipendenti.
Ancora Cristiano Maccabruni a Notturno: «Il fatto che l’iscrizione a Twitter sia gratuita e facoltativa non significa che la multinazionale abbia il diritto di operare con azioni lesive dei diritti dei fruitori. Da luogo completamente libero, la rete è diventata ormai luogo ipercontrollato attraverso regole che sono inaccessibili e inappellabili per gli utenti. Oggi si parla, spesso a sproposito, di censura e "fake news". Molti sostengono che in rete circolino troppe notizie false potenzialmente molto dannose per l'opinione pubblica e pertanto sia da regolamentarne l'uso, al contrario molti altri sostengono che uno dei principali problemi italiani sia rappresentato dai media tradizionali (stampa e televisivi), ormai diventati meri "portavoce", fonti essi stessi di informazioni quanto meno di parte». (Riproduzione riservata)
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